Centro fisioterapico Udine – Le STATISTICHE complete dell’anno 2019 dimostrano che il nostro approccio FUNZIONA
Centro fisioterapico Udine – PRIMA identifichiamo la complessità dei casi trattati nel nostro studio nell’anno 2019 – POI capirete come lavoriamo e come abbiamo raggiunto eccellenti risultati – E INFINE avrete una panoramica completa per gustarvi le nostre statistiche di SUCCESSO
La trasparenza è una qualità che ogni professionista deve avere
Centro fisioterapico Udine – Quante sedute di fisioterapia occorre eseguire per eliminare un dolore?
Signori e signore per un fisioterapista questa è una domanda da un milione di dollari anzi, considerando che ogni paziente è diverso dall’altro e può presentare problematiche diverse, potremmo alzare la posta a ben 10 milioni di dollari.
A parte gli scherzi, sorvolando su tutte le variabili del singolo caso, contro ogni previsione ci viene abbastanza facile rispondere alla domanda.
Con questo articolo intendiamo indicarvi la lunghezza del percorso fisioterapico dei pazienti che si sono rivolti a noi nell’anno 2019: giocheremo quindi a carte scoperte, dandovi la stima dei tempi medi di risoluzione dei dolori che vengono trattati nel nostro studio.
Prima di darvi i risultati però vogliamo farvi capire quali sono i pazienti con cui lavoriamo in modo da creare un contesto in cui possiate comprendere meglio le nostre statistiche e i nostri risultati
Identifichiamo i nostri pazienti
È da sottolineare che il pubblico che si rivolge al nostro Studio TrattaMIX è composto nel 95% dei casi da persone che presentano più dolori contemporaneamente, come per esempio mal di schiena, dolore a ginocchia, spalle, caviglie, mani e piedi, mal di testa, vertigini, pubalgie, nevralgie ecc. Il paziente medio che seguiamo, è quindi un caso “complicato”, in cui per raggiungere un benessere stabile e concreto, bisogna risolvere problematiche molto differenti tra loro, con metodi e strumenti adeguati. Mediamente tutto inizia sempre nello stesso modo, inizialmente un trauma, un intervento chirurgico, o un’importante infiammazione, alterano il sistema posturale del paziente, successivamente con il passare del tempo il corpo mette in moto i suoi stupefacenti metodi di riparazione, i sintomi calano, e si diradano fino a scomparire o quasi. A questo punto il paziente si sente guarito, ed è convinto che tutto sia tornato come prima. Sfortunatamente non è cosi, se non opportunamente trattato ogni trauma, intervento chirurgico, infiammazione, o qualsivoglia alterazione dell’equilibrio di un corpo per cause esterne, causa sempre rigidità e cicatrici, la conseguenza è che più tempo trascorre dall’evento iniziale, più la postura si altera e compromette sistemi e aree del corpo lontane e diverse tra loro.
I dati che leggerete, fanno riferimento a casi seri e complessi, pazienti che presentavano generalmente minimo 3-4 sintomi contemporaneamente. Una situazione di evidente difficoltà quindi, in cui le attività della vita quotidiana sono nettamente ridotte, molti di questi pazienti prima di rivolgersi a noi hanno già infruttuosamente provato diversi approcci e strategie terapeutiche, senza raggiungere i risultati sperati.
Le fasi della riabilitazione secondo il nostro approccio
Prima di parlare di numeri e di risultati, occorre fare un’importante premessa sulle fasi riabilitative che caratterizzano il nostro metodo di lavoro. Il percorso da noi ideato si divide in due parti, ovvero una fase antalgica iniziale e la fase successiva di rieducazione motoria.
Entriamo nel dettaglio per capire di cosa si tratta.
La fase antalgica
La fase antalgica è l’inizio del percorso fisioterapico che abbiamo creato, ha degli obiettivi specifici, ovvero togliere il dolore rapidamente e ridare mobilità al corpo. In questa prima parte del percorso il lavoro è soprattutto del fisioterapista, che va ad agire sul dolore con tecniche manuali specifiche e terapie strumentali mirate.
Il primo passo è la valutazione iniziale, con un’intervista identifichiamo le caratteristiche del vostro dolore, prendendo nota di tutti quelli che sono i traumi, le infiammazioni e gli interventi chirurgici che avete subito in tempi recenti e passati.
Tutte queste informazioni vengono trascritte nella vostra cartella riabilitativa e serviranno per mettere insieme tutti i pezzi del puzzle e ricostruire le tappe che hanno portato all’origine del problema.
Analizzando i dati raccolti con l’intervista e attraverso specifiche tecniche manuali, siamo in grado di identificare le aree del corpo in cui la mobilità dei tessuti molli si è ridotta, con la conseguente alterazione più o meno importante della vostra postura. Individuare queste rigidità rappresenta la chiave di tutto il percorso, questo perché le tensioni muscolari, articolari e viscerali rappresentano dei freni che portano sotto stress determinate aree del corpo. Solo trattandole possiamo eliminare i sovraccarichi che sono all’origine delle vostre infiammazioni e dolori. Per farlo ci serviamo di specifiche tecniche di terapia manuale, della laserterapia eco-guidata (approfondita in questo articolo “Laserterapia Udine – Il METODO MIGLIORE – Studio TrattaMIX“) e del bendaggio con kinesiotape. Capite bene che in questa prima fase il paziente ha un ruolo prettamente passivo: il suo unico compito è quello di osservare le indicazioni che gli vengono date durante la seduta, per poter gestire a casa il dolore in sicurezza e per mantenere i risultati ottenuti con la fisioterapia. In questa prima parte del percorso ci viene facile indicare al paziente la lunghezza della prima fase antalgica: sin dalla valutazione siamo in grado di definire il numero esatto di sedute che ci occorrono per eliminare o ridurre al minimo il dolore che percepisce nelle attività quotidiane, quindi in assenza di stress fisici eccessivi. Una volta conclusa questa fase, alcuni ma non tutti i pazienti passano alla seconda fase del percorso riabilitativo.
Fase sub-acuta di rieducazione motoria
Come abbiamo detto prima, quando il paziente raggiunge questa fase del percorso percepisce in maniera minima i suoi sintomi oppure non ha più nessun dolore. Questo miglioramento è un ottimo risultato, ma non per tutti è sufficiente per dichiarare la situazione sotto controllo. In alcuni casi infatti, dopo aver eliminato le rigidità rimane da rieducare le aree del corpo che erano abituate a muoversi male a causa del dolore, dei traumi pregressi o di una scorretta postura prolungata nel tempo. Senza questa fase di rieducazione motoria, per queste persone basta uno sforzo fisico eccessivo per tornare a scatenare il dolore di partenza.
Il focus in questa fase è identificare i muscoli deboli e riportarli al corretto funzionamento. Solo in questo modo è possibile assicurare al paziente una condizione definitiva senza sintomi nelle attività quotidiane e anche durante stress fisici intensi. L’obiettivo è quindi non permettere le recidive.
Se nella fase precedente il paziente aveva un ruolo passivo, qui diventa co-protagonista del suo percorso di cura: il suo allenamento domestico è fondamentale per raggiungere gli obiettivi prima descritti.
La postura scorretta trasforma le fibre muscolari
Ogni trauma, infiammazione o intervento chirurgico porta a un’alterazione dello schema motorio, ovvero ad una modifica dei comandi che attivano i muscoli del corpo. Più questo schema motorio alterato si prolunga nel tempo, più diventa marcato e strutturato, quindi difficile da correggere. Il corpo umano è una struttura flessibile che si adatta ad ogni situazione, se i suoi schemi motori cambiano, cambia anche la funzione dei muscoli, e di conseguenza il tipo di fibre muscolari che li compongono, per rispondere al meglio alle nuove richieste funzionali.
Nel nostro corpo come molti sanno i muscoli hanno funzioni diverse. Si distinguono in:
- Muscoli posturali – sono i muscoli profondi del corpo hanno funzione statica. Sono deputati a mantenere delle contrazioni lunghe e prolungate nel tempo per vincere la forza di gravità.
Es: i muscoli dei glutei che ci permettono di mantenere la stazione eretta. - Muscoli mobilizzatori – sono gruppi muscolari dalla funzione dinamica; sono in grado di creare movimenti rapidi, potenti e precisi. Es: muscoli quadricipiti delle cosce che si attivano per distendere il ginocchio.
Come potete ben immaginare, questi due tipi di gruppi muscolari hanno fibre diverse tra loro, proprio per assolvere al meglio alle loro funzioni, fibre che hanno diverse resistenze e velocità di attivazione. Quando si ha una postura scorretta queste fibre iniziano a trasformarsi e ad allontanarsi dalla loro struttura originale.
E’ possibile osservare le alterazioni del tessuto muscolare anche con l’ecografo: i muscoli di un soggetto giovane, senza particolari alterazioni posturali, appaiono di colore nero con all’interno delle striature bianche. Questa colorazione è data dal fatto che il tessuto in questione è ricco di fibre muscolari molto idratate e vascolarizzate, e i liquidi in ecografia appaiono di colore nero. Al contrario, in un anziano, cioè in un corpo che oltre a presentare un’ovvia degenerazione del tessuto muscolare, tipica dell’invecchiamento, presenta anche i segni delle alterazioni posturali che il suo corpo ha subito negli anni, possiamo notare come i muscoli hanno una colorazione tendente al grigio: questo sia perché il tessuto presenta meno fibre muscolari ed è meno vascolarizzato e idratato, sia perché la componente di tessuto connettivo non contrattile tra una fibra e l’altra in proporzione è aumentato. Risultato: colore più chiaro, quasi grigio alla visione ecografica.
Questo semplice esempio derivato dalla nostra pratica quotidiana, ci dice che un muscolo quando non lavora bene tende a cambiare le fibre di cui è composto, e questo peggiora inevitabilmente le performance fisiche del corpo intero con conseguenti sovraccarichi e dolori. All’interno del tessuto muscolare molte fibre si trasformano, altre invece vengono perse e sostituite da tessuto connettivo, privo della capacità di contrarsi, quindi un tessuto inutile dal punto di vista dell’attivazione muscolare, un vero e proprio intruso.
Il ruolo del fisioterapista è quello di individuare le zone dove c’è maggiore debolezza muscolare, quindi dove c’è con grande probabilità del tessuto alterato, e riattivarlo in modo da ripristinare la struttura e la funzione originale delle sue fibre.
Ovviamente nel nostro studio diamo più attenzione alla fase della rieducazione specifica piuttosto che al riallenamento. Il nostro compito è di guidare il corpo nella giusta direzione e assegnare gli esercizi giusti per rimetterlo in moto in modo corretto. Una volta che siamo riusciti a riattivare i corretti schemi motori, la palla passa al paziente, il quale può svolgere, sulla base delle indicazioni date, un’attività sportiva a piacere e in totale sicurezza. Generalmente il nostro compito durante la fase di riallenamento è di consulenza e controllo, per avere la sicurezza che tutto stia andando per il meglio, lasciando l’autonomia e la libertà ai nostri pazienti di fare sport. Siamo convinti che questa è la soluzione migliore, perché ricreare una corretta struttura muscolare corporea è un percorso lungo, serve costanza e impegno, quindi trovare la giusta attività motoria, che sia piacevole e comoda è la strada vincente, e allenarsi in un ambiente chiuso può non essere il modo migliore e comodo per tutti. È così che si conclude il percorso fisioterapico.
Piccolo riepilogo
A questo punto della lettura, avete capito bene perché dividiamo l’intero percorso in due fasi: sia perché ci sono obiettivi diversi, sia perché è giusto che, trascorsa la fase iniziale più delicata, è importante che il paziente faccia ritorno alla sua quotidianità e ai suoi sport con sempre più autonomia. Scopo del nostro intervento è accompagnare la persona con gradualità verso un benessere reale (non indotto da farmaci) e solido, quindi duraturo e stabile nel tempo.
Il nostro lavoro si adatta alle esigenze dei nostri pazienti
Come accennato prima, non tutti i pazienti che si rivolgono a noi sono obbligati a eseguire la seconda fase di rieducazione motoria. Questo perché non tutti hanno la necessità di avere ottime prestazioni fisiche, magari perché non praticano uno sport intenso o magari perché il loro obiettivo principale è eliminare il dolore nella vita quotidiana e questo è raggiungibile con la sola fase 1.
È per questo che il nostro metodo di lavoro non è plasmato su obiettivi che interessano a noi, ma si adegua agli obiettivi che il paziente ci presenta. Quello che conta è la soddisfazione del paziente, perché come nei ristoranti “il cliente ha sempre ragione” e noi ne rispettiamo la volontà. Se quindi per esaudire i loro desideri è sufficiente la fase uno, noi ci fermiamo a quella.
La risposta da 10 milioni di dollari
Dopo questa importante premessa, possiamo rispondere alla domanda da 10 milioni di dollari: “Quante sedute sono necessarie per risolvere un problema muscolo-scheletrico?”.
Per rispondere vi presentiamo i risultati dell’anno 2019 prendendo in considerazione la sola fase 1, quella che accomuna tutti i pazienti che avevamo in carico e quella che ha consentito loro di eliminare il dolore nelle attività quotidiane.
Nel disegno in alto potete osservare un grafico che mostra la durata media della fase acuta: più la colonna è alta, maggiore è la percentuale di pazienti che ha risolto il suo dolore nel numero di sedute scritto sotto la colonna di riferimento.
Facendo una stima dei risultati, i tempi medi della fase acuta di risoluzione dei sintomi sono di 5,4 sedute, tempi record se consideriamo il tipo di pazienti che si rivolgono a noi, come vi abbiamo descritto all’inizio dell’articolo.
Il nostro segreto per una fase antalgica in tempi record
Per risolvere il grosso dei sintomi in tempi così rapidi ci serviamo di un SEGRETO: il nostro approccio prende in esame il corpo a 360°, nella sua componente muscolo-scheletrica ma anche viscerale. In più utilizziamo tutte le risorse a nostra disposizione, senza prezzi aggiuntivi (come spieghiamo in questo articolo “Fisiokinesiterapia Udine – studio TrattaMix Project“), per combattere la nostra battaglia contro il tempo: tecniche manuali, Laserterapia eco-guidata, bendaggio, coppettazione e tante altre. Negli anni, questa si è rivelata la sola strategia davvero vincente in termini di risultati e di rapidità di percorso.
Speriamo che con questo articolo abbiate ottenuto informazioni utili sui tempi che caratterizzano il nostro approccio. Se avete eventuali dubbi o domande da porci, raggiungeteci sul canale Telegram tramite questo (link), in questo modo potrete rimanere anche aggiornati sulle uscite settimanali nel nostro blog. Se siete interessati a svolgere una visita con noi, vi basta cliccare il pulsante qui sotto per fissare un appuntamento.