Colpo di frusta sintomi tardivi – una DESCRIZIONE COMPLETA dei sintomi conseguenti ad un colpo di frusta e le CAUSE della loro insorgenza – TrattaMIX UDINE
Il colpo di frusta rappresenta un politrauma che molti di voi conosceranno da vicino, per esperienza diretta o per sentito dire. In questo articolo “Colpo di frusta sintomi tardivi – TrattaMIX UDINE”, tratteremo il trauma in modo molto più ampio e completo rispetto a quanto siete abituati a sentire perché, come capirete dalla lettura dei seguenti paragrafi, chi subisce questo trauma può avvertire molti sintomi, apparentemente scollegati tra loro, nell’istante immediatamente successivo al sinistro stradale oppure a distanza di giorni e settimane dall’evento.
LE AREE COINVOLTE DAL COLPO DI FRUSTA
Generalmente, quando si sente parlare di colpo di frusta si tende ad immaginare una problematica che interessa il rachide cervicale. In realtà il trauma a carico del collo rappresenta solo una porzione del problema perché, assieme ad esso, vengono coinvolte anche altre strutture del corpo come:
• il Sistema Nervoso;
• il Sistema Viscerale (ovvero gli organi interni);
• il Sistema Muscolo-scheletrico.
Queste problematiche potranno suonarvi nuove e scollegate tra loro, ma in realtà sono tutte facce della stessa medaglia e con i paragrafi successivi potrete risalire facilmente a tutti gli intrecci che le collegano.
TRAUMA CERVICALE
Con colpo di frusta intendiamo generalmente l’esito di un tamponamento stradale: le dinamiche dell’incidente possono essere diverse e tutte possono interessare la zona cervicale in modi differenti, sia nella situazione in cui siamo noi a tamponare un ignaro automobilista sia quando siamo noi ad essere tamponati.
Lo scontro tra le due vetture può avvenire in diverse direzioni, frontale, laterale o diagonale, ma quello che è interessante osservare è che il corpo dell’autista o del passeggero subisce sempre un impatto che prevede due differenti fasi:
- inizialmente il tronco (ovvero la parte del corpo compresa tra bacino e spalle) subisce una accelerazione in avanti e il capo per inerzia rimane indietro;
- successivamente è il capo ad essere eiettato in avanti, come per effetto fionda, con un’accelerazione nettamente superiore a quella del tronco.
Questo trauma distorsivo raramente si verifica in una direzione puramente antero-posteriore, in quanto spesso capita che il capo nell’attimo prima dell’incidente si trovava in una posizione ruotata o inclinata da un lato.
Questa complessità di direzioni fa sì che i danni non vengano distribuiti equamente sulle strutture del collo ma in modo asimmetrico, quindi come esito dell’incidente alcune strutture cervicali riporteranno più traumi di altre.
TRAUMA DEL SISTEMA NERVOSO
Anche il sistema nervoso può subire un trauma in seguito ad un colpo di frusta, in particolare andrà incontro a due tipi di lesioni:
- Lesione del sistema nervoso centrale, o lesione da compressione. Il cervello è una struttura densa che durante il sinistro stradale subisce uno scossone tale per cui alcuni suoi punti vanno ad impattare con l’osso della scatola cranica che lo contiene. Per meglio capire questo concetto vi basta immaginare il cervello come un’ albicocca chiusa all’interno di un vasetto di vetro: se agitate il vasetto bruscamente, sulla superficie del frutto compariranno delle ammaccature sui punti che hanno impattato con il contenitore. Allo stesso modo durante il colpo di frusta, il cervello subisce delle lesioni che saranno più o meno gravi e che daranno sicuramente esiti diversi.
- Lesione del sistema nervoso periferico, o lesione da stiramento. Ora vi daremo alcuni cenni anatomici per meglio capire questo tipo di lesione. Il sistema nervoso periferico è rappresentato dal midollo spinale che scorre all’interno del canale vertebrale (lo spazio cilindrico circoscritto dalle vertebre impilate una sull’altra). A livello della nona vertebra del dorso, fisiologicamente è presente un restringimento del canale, che gli conferisce una forma cosiddetta a “clessidra”. Dal canale vertebrale il sistema nervoso si dirama in tutto il corpo fino a raggiungere i recettori periferici delle dita delle mani e dei piedi. Tutto questo sistema è rivestito e protetto da tre membrane. In presenza di un incidente stradale il capo viene allontanato bruscamente dal dorso e il sistema nervoso periferico viene strattonato verso l’alto e a causa di questo viene strozzato a livello della nona vertebra dorsale, subendo un brusco stiramento e un trauma a carico delle sue membrane di protezione.
TRAUMA VISCERALE
Dovete sapere che gli organi all’interno dell’addome sono avvolti e sostenuti da legamenti e strutture fasciali in grado di connetterli alla cavità addominale come se fossero protetti da cinture di sicurezza. Ogni qualvolta il corpo subisce un’ importante accelerazione in seguito ad un incidente stradale, gli organi più densi come fegato, reni e milza subiscono uno scossone che può provocare due possibili lesioni:
- Lesione del tessuto interno – provocata dall’impatto di tali organi sulle strutture vicine più rigide, come le costole e della colonna vertebrale (esempio rottura della milza);
- Lesione dei legamenti che li stabilizzano – dovuta allo stiramento di alcune delle loro fibre.
TRAUMA MUSCOLO-SCHELETRICO
In ultimo ma non meno importante, durante un sinistro stradale anche altre strutture dello scheletro oltre al rachide cervicale subiscono un trauma. La rapida accelerazione del tronco trasferisce energia meccanica sulla cintura di sicurezza che protegge l’autista e questo trasferimento avviene in particolare su tre punti del corpo su cui la cintura si appoggia, ovvero la clavicola, lo sterno e le ultime costole, per cui le strutture articolari vicine vanno anch’esse incontro ad trauma distorsivo.
Ad essere coinvolti dall’incidente possono essere anche le articolazioni di mani e piedi sui quali tende a scaricarsi parte dell’energia meccanica accumulata inizialmente dal corpo, con conseguenti traumi a livello del polso e dell’avampiede.
SINTOMI
Ora che avete capito quali strutture vengono coinvolte dal colpo di frusta (molte di più rispetto al semplice rachide cervicale), è utile approfondire quali sono i sintomi collegati a queste lesioni: ve li elencheremo in ordine cronologico di insorgenza.
I SINTOMI CHE COMPAIONO INIZIALMENTE RIGUARDANO IL SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO
I primi dolori a farsi sentire saranno quelli articolari, legati alla lesione sia del tessuto esterno dell’articolazione (legamenti, tendini, muscoli e tessuto fasciale), sia della sua componente interna (cartilagine e osso sottostante).
Come conseguenza di un trauma articolare si riscontrerà irritazione dei tessuti esterni e, nei casi in cui è coinvolta la cartilagine, potrà verificarsi un aumento del liquido sinoviale all’interno dell’articolazione.
In poche parole compariranno ematomi, gonfiore e rigidità, quest’ultima legata a una riduzione della mobilità meccanica dell’articolazione.
Il dolore in questi casi si percepirà sull’area articolare traumatizzata e spesso sui muscoli vicini che la stabilizzano, come nel caso dei muscoli del collo e sopra le spalle.
I SINTOMI CHE COMPAIONO IN UN SECONDO MOMENTO SONO LEGATI AL SISTEMA NERVOSO
La sintomatologia legata al trauma del sistema nervoso può comparire più tardivamente.
Generalmente, siccome parliamo di un sistema ramificato in tutto il corpo, i sintomi possono essere sia diffusi, ad esempio malessere, debolezza, irritazione generale, sia localizzati, come mal di testa conseguente al colpo e contraccolpo del cervello, o dolore a livello del rachide dorso-lombare per lo strozzamento del midollo in corrispondenza della nona vertebra dorsale.
Altri due sintomi legati al sistema nervoso sono la mancanza di appetito e la nausea, percezioni che compaiono subito dopo l’incidente ma a cui spesso non si dà il giusto peso, segni che invece non passano inosservati agli occhi di un fisioterapista esperto perché sono indici di un coinvolgimento del sistema nervoso autonomo.
I SINTOMI TARDIVI SONO LEGATI AL TRAUMA VISCERALE
Ancora più tardivamente possono comparire sintomi correlati allo stiramento dei legamenti che stabilizzano gli organi all’interno dell’addome. Cosa comporta questo stiramento dei tessuti connettivi?
- Questo danno porta la persona ad alterare la propria postura per proteggere le aree del corpo coinvolte dallo stiramento. Per meglio capire come un trauma viscerale può influenzare la postura del corpo immaginate di avvertire un forte dolore alla schiena a causa di un calcolo renale. Inevitabilmente la vostra postura andrà a chiudersi sul punto dolente per evitare di “stressare” ancora di più la zona infiammata durante i movimenti. Inoltre, a distanza di tempo è possibile avvertire sintomi apparentemente nuovi in zone muscolo-scheletriche lontane da quelle direttamente traumatizzate, questo avviene perché la postura scorretta va a creare compensi nel corpo che portano inevitabilmente a sovraccaricare muscoli di aree diverse.
- La lesione di questi legamenti e tessuti fasciali è seguita da una loro cicatrizzazione che se non dovutamente trattata comporta sempre delle rigidità dell’organo stesso.
A questo punto vi starete chiedendo: ma normalmente un organo è dotato di mobilità?
La risposta è: assolutamente sì, e possiamo aggiungere anche che questa mobilità é indispensabile per favorire la respirazione. In che modo?
Immaginate il diaframma come un grande muscolo a forma di cupola disposto orizzontalmente a metà del tronco, il cui compito è salire e scendere per favorire la respirazione. Durante il movimento di discesa (inspirazione) il diaframma spinge gli organi sottostanti verso il basso e questi a loro volta si adattano a questa spinta adeguando la loro posizione affinché il movimento avvenga in modo fluido e armonioso, senza restrizioni. Al contrario, quando il diaframma si rilassa e risale durante l’espirazione, tali organi grazie all’elasticità dei tessuti che li rivestono, ritornano verso l’alto raggiungendo la posizione di partenza.
Dopo un trauma accade che i tessuti fasciali che rivestono gli organi si irrigidiscono limitando di conseguenza la loro mobilità, ostacolando di conseguenza il movimento verso il basso del diaframma durante ogni atto respiratorio. Questo comporta un maggior dispendio di energia, possibile affanno e ulteriori importanti modifiche della postura della gabbia toracica e di tutto il corpo.
PRIMA TI PRENDI CURA DEL TRAUMA, MEGLIO E’
Se state leggendo questo articolo molto probabilmente avete subito in tempi più o meno recenti un colpo di frusta e siete inevitabilmente preoccupati per la vostra salute.
Dalla lettura dei paragrafi precedenti sarete risaliti ai sintomi che accompagnano la vostra situazione attuale e sarete sicuramente in cerca di una soluzione al vostro problema o di uno specialista in grado di prendersi cura di voi.
Vi sarete resi conto che la situazione è più complessa di quanto pensavate, anche perché tutte queste aree vengono chi più chi meno interessate tutte dal colpo di frusta, solo che nei casi più lievi non sono presenti sintomi evidenti o ben identificabili. Tenete in considerazione che tutte queste aree del corpo vengono sempre coinvolte, anche quando sono poche le fibre a subire una reale lesione con conseguente cicatrizzazione e rigidità.
A prescindere dai sintomi presenti, il consiglio più prezioso che possiamo darvi è quello di rivolgervi il prima possibile ad un fisioterapista specializzato in traumatologia che sappia prendersi cura di tutte le strutture anatomiche precedentemente descritte.
A differenza di quanto spesso si sente dire, non aspettate che il dolore cali con il tempo, perché questo non fa altro che aumentare le rigidità create dal trauma.
Iniziare sin da subito la riabilitazione vi permetterà invece di alleviare immediatamente i dolori, garantendo un rapido decorso del l’infiammazione e un veloce ritorno alla quotidianità. Trattare in tempi brevi tutte le aree coinvolte dal trauma in modo completo a 360° vi permetterà inoltre di prevenire le alterazioni della postura e quindi tutte le problematiche secondarie associate al colpo di frusta che potrebbero comparire in un tempo futuro.
QUAL E’ LA TERAPIA MIGLIORE IN CASO DI COLPO DI FRUSTA?
Se vi state chiedendo quale sia la terapia più adatta ad un trauma complesso come questo sappiate che non esiste un’unica tecnica miracolosa in grado di lavorare su tutte le strutture coinvolte dal trauma. La migliore terapia è quella che utilizza più tecniche insieme, in grado di adattarsi al meglio sul sistema nervoso, viscerale e muscolare. Ad esempio noi dello studio Trattamix siamo da anni specializzati nell’utilizzo di terapie strumentali come il laser, tecniche di terapia manuale, tecniche di rieducazione motoria.
La nostra esperienza in questo genere di problematiche ci insegna che solo utilizzando nel modo corretto le diverse tecniche riabilitative si può sperare di ottenere un risultato completo e soddisfacente nel minor tempo possibile. Al contrario, un solo tipo di terapia, anche la più evoluta ed efficace del mondo, in un problema complesso come questo, garantirebbe solo risultati parziali allungando i tempi di recupero e rendendo il percorso di guarigione molto frustrante per il paziente.