Fibro artrosi acromion claveare – VIDEO di AUTOVALUTAZIONE e AUTOTRATTAMENTO, le informazioni che realmente servono a chi ha un problema a questa articolazione
In questo articolo “Fibro artrosi acromion claveare – VIDEO autotrattamento” vi parleremo:
- del perché è così importante l’articolazione acromion-claveare (d’ora in avanti per comodità abbreviata in AC) per la salute della spalla;
- di come nasce un problema a questa articolazione;
- di come effettuare un’autovalutazione del vostro problema e delle possibili soluzioni “fai da te” per risolverlo.
Partiamo dicendo che scrivo questo articolo (Fibro artrosi acromion claveare – VIDEO autotrattamento) con molto piacere perché sento di essere particolarmente affezionato a questa articolazione.
Essa rappresenta in qualche modo la mia evoluzione professionale, il motivo per il quale sono diventato bravo nel mio lavoro, il mio modo di imparare e le sfide professionali che ogni giorno mi trovo ad affrontare in studio.
Nei prossimi paragrafi capirete perché scrivo tutto questo.
Ma prima un’altra premessa importante.
Se state leggendo questo articolo, molto probabilmente:
- provate un dolore alla spalla;
- avete già effettuato un esame diagnostico (RX o RM) e vi è stata diagnosticata una condizione di artrosi all’articolazione AC;
- siete alla ricerca di possibili soluzioni per risolvere il vostro problema.
Vi garantisco che, se continuerete a leggere, avrete tutte le informazioni che state cercando.
Riprendiamo solo per un attimo le premesse scritte all’inizio dell’articolo, riguardanti quanto sia importante tuttora per me l’articolazione AC e di come essa rappresenti il mio personale metodo di lavoro, nonché il metodo di lavoro applicato da tutti i professionisti nel nostro studio, e nei paragrafi di seguito mi spiego meglio.
E’ capitato a tutti di ascoltare delle storie di terapisti, osteopati o massaggiatori bravissimi che hanno risolto in pochi istanti la problematica di un loro paziente. E ci siamo abituati a considerare queste storie di successo come elementi per identificare un ottimo terapista. Dopo sedici anni passati nel mondo della fisioterapia, durante i quali ho partecipato a molti corsi di formazione, spesso in città lontane dalla mia, e dopo aver conosciuto diversi terapisti, sia come colleghi che come insegnanti, posso onestamente dire che quelle storie non rappresentano nulla.
Quelle storie rappresentano in buona parte FORTUNA, che certo, aiuta sempre i migliori, ma sempre fortuna rimane. Fortuna di persone che in buona parte di questi casi non hanno neanche capito come hanno fatto a raggiungere determinati risultati.
Dopo diversi anni di lavoro, ho capito che la cosa più importante non è il miglior caso trattato, il caso che ha ottenuto maggior successo, ma l’affidabilità di un terapista. In altre parole, su quanti casi riesce ad ottenere il risultato desiderato.
Questo è il dato realmente importante, ed è un’informazione che solitamente nessuno racconta. Un informazione che il paziente tende erroneamente ad associare alle storie di successo sentite da amici e parenti.
L’articolazione AC per me rappresenta questo: la capacità di ottenere i risultati desiderati in un’altissima percentuale dei pazienti che raggiungono lo studio.
Cercare di comprendere il funzionamento di questa articolazione e di conseguenza capire come trattarla al meglio quando si trova in difficoltà, diventano fondamentali come strumento logico per affrontare le problematiche di ogni singolo paziente.
Questo perché praticamente ogni giorno in studio ci troviamo ad affrontare delle difficoltà che riguardano articolazioni piccole e nascoste come l’articolazione AC, che apparentemente possono essere considerate meno importanti, ma che in realtà risultano fondamentali per la risoluzione ottimale di una problematica muscolo-scheletrica.
Imparare a trattare l’articolazione AC è stato un percorso per me basato sul:
- rendersi conto che esisteva una problematica in quel preciso punto e che questa non poteva essere ignorata;
- ricercare o ancor meglio creare in autonomia il miglior approccio di terapia manuale per risolverla.
Ad oggi, se in studio si presenta un paziente con un trauma acuto o pregresso in quest’area il mio approccio è divertirmi, in quanto mi sento a mio agio a lavorare con questo problema. Così come con tanti altri problemi muscolo-scheletrici.
Ecco i motivi per cui considero l’articolazione AC una metafora dell’evoluzione del mio percorso professionale di questi anni: essa rappresenta l’attenzione e la cura per i dettagli. E sono proprio questi dettagli a fare la differenza durante e in conclusione di un percorso riabilitativo.
L’ARTICOLAZIONE ACROMION-CLAVEARE
L’articolazione acromion-claveare (AC) unisce l’estremità laterale della clavicola e l’acromion, porzione ossea che appartiene alla scapola.
All’estremità mediale della clavicola si trova invece l’articolazione sterno-claveare, che unisce sterno e clavicola.
La clavicola è quindi importantissima, in quanto rappresenta l’unico osso in grado di mettere in comunicazione l’arto superiore con il resto del corpo.
L’articolazione AC inoltre, si colloca superiormente rispetto all’articolazione gleno-omerale e ai tendini della cuffia dei rotatori, i muscoli più importanti e conosciuti della spalla. Viene stabilizzata da due muscoli, il trapezio dall’alto e il deltoide dal basso.
LA VASTITA’ DI QUANTO A NESSUNO FREGA NULLA DELL’ARTICOLAZIONE ACROMION-CLAVEARE
Durante i tre anni di tirocinio passati all’università non ho mai visto questa articolazione. Non nel senso che non la vedessi anatomicamente, ma nel senso che non mi si è mai presentato un paziente con una diagnosi di artrosi o qualsiasi altra problematica all’articolazione AC.
Così anche nei libri di testo, dove questa problematica non veniva mai sottolineata con importanza.
Dopo essermi laureato, ho lavorato per tre anni a fianco della squadra di rugby della mia città.
In questa determinata circostanza, dove mi trovavo completamente da solo, a dover svolgere il mio lavoro su 90 atleti che praticavano uno sport di contatto molto traumatico come il rugby, ho cominciato ad accorgermi che l’AC era un’articolazione molto delicata e che spesso subiva dei traumi. Per darvi un’idea, non era così strano dovermi occupare di un nuovo trauma all’articolazione AC al giorno.
All’epoca, ho cercato diverse soluzioni sia nei libri di testo, sia seguendo corsi specifici sulla spalla, ma da nessuna parte venivano menzionati i disturbi relativi a questa articolazione. Eppure c’erano ed erano molto frequenti, tant’è che ora, leggendo le statistiche, si osserva che quasi 7 persone su 10, come voi probabilmente, presentano una condizione di artrosi all’articolazione AC.
Non sempre è una condizione sintomatica, anzi spesso è totalmente asintomatica per molto tempo, ma porta comunque la spalla a muoversi in modo scorretto.
In studio, la maggior parte delle persone che si presentano da noi con una problematica alla spalla, non in specifico all’AC, ma ad esempio con un dolore ai muscoli della cuffia dei rotatori o una tenosinovite del muscolo bicipite brachiale, presenta poi una problematica derivata da un trauma pregresso all’AC.
Ed è proprio trattando questa articolazione, come noi facciamo SEMPRE, che si hanno dei benefici enormi sulla salute dell’intera spalla.
Ora vi chiederete: ma se esiste un problema a livello di questa articolazione, perché non si prova dolore nel punto specifico e perché tante persone non se ne accorgono?
- Prima premessa: come già spiegato in precedenza, l’articolazione AC è il punto di congiunzione tra la clavicola e la scapola;
- Seconda premessa: per ARTROSI si intende un consumo a livello della cartilagine che si trova tra i due capi ossei che compongono l’articolazione. Maggiore è il consumo cartilagineo, più facilmente si avvertirà dolore e maggiore sarà la probabilità di presentare anche delle modificazioni strutturali dell’articolazione stessa;
- Terza premessa: l’articolazione AC entra in movimento quando l’arto superiore effettua un movimento al di sopra dei 60 gradi, in tutte le direzioni possibili (flessione, estensione, abduzione, adduzione e rotazioni).
In particolare dalla terza premessa è facile capire che molte persone possono presentare una problematica a livello di questa articolazione, ma al tempo stesso molte di esse, compiendo per la maggior parte del tempo movimenti al di sotto dei 60 gradi, non portano la spalla sotto stress e quindi non riescono ad accorgersi del problema.
Solitamente, una delle situazioni più comuni che portano ad evidenziare questo problema è rappresentata da lavori domestici lunghi e ripetitivi, come ad esempio tinteggiare delle pareti, traslochi ecc. In questi casi infatti, l’arto superiore utilizzato è costretto ad elevarsi sopra l’altezza della spalla, più e più volte nel corso della giornata, spesso per più giorni di seguito.
La conseguenza è uno stress muscolare ingravescente, che comporta a sua volta uno stato infiammatorio e dolente della spalla.
Precisiamo però che, aldilà di questi singoli episodi di vita quotidiana, esistono molti casi in cui il problema nasce per un gesto ripetitivo che viene svolto quotidianamente durante l’attività lavorativa o durante l’attività fisica.
MA QUINDI, IL DOLORE DOVE SI SENTE??
Il dolore provocato dall’articolazione AC spesso non viene percepito sull’articolazione stessa, ma si colloca più frequentemente a livello:
- del muscolo deltoide;
- del muscolo bicipite brachiale;
- del muscolo trapezio.
Prendiamo come esempio il trapezio: è un muscolo che, nella sua parte superiore, unisce collo e spalle. Una delle sue funzioni è quella di stabilizzare l’articolazione AC.
Nel momento in cui il cervello rileva un problema a livello di questa articolazione, invia un segnale al muscolo trapezio per far si che esso si contragga al fine di bloccare e proteggere l’articolazione lesa. Contraendosi per un periodo di tempo prolungato, il trapezio inizia ad affaticarsi, inviando dei segnali dolorifici al cervello. Ecco che la persona comincia a percepire dolore a livello del collo, anche se il problema reale si trova sull’AC.
Diverso il caso del bicipite brachiale: in questo caso il dolore sarà più probabilmente provocato dall’infiammazione dei nervi che decorrono in quell’area e che innervano sia il muscolo che i tessuti circostanti.
Inoltre, come già precisato sopra, sotto l’AC passano i tendini della famosa cuffia dei rotatori che si sente tanto nominare. Nel momento in cui si ha una problematica all’articolazione AC è molto frequente che il movimento dell’acromion cominci a cambiare, e così il rapporto tra quest’ultimo e i tendini della cuffia, i quali vanno poi incontro ad eccessiva usura.
In altre parole, l’AC è un’articolazione importantissima anche perché spesso un suo problema può portare ad un sovraccarico e una conseguente usura della cuffia dei rotatori.
COME NASCE QUESTO TIPO DI PROBLEMATICA
Fondamentalmente, nella maggior parte dei casi l’articolazione AC può andare incontro ad artrosi , conseguentemente a problematiche di origine traumatica.
Il trauma a cui si fa riferimento può essere recente o molto antico, relativo anche all’età infantile o adolescenziale della persona.
Inoltre, molto spesso non si tratta di un trauma diretto sull’articolazione, ma di un trauma indiretto come una caduta sui polsi, gomito o sulla spalla.
L’articolazione AC può essere considerata come un ammortizzatore della nostra spalla, perciò sarà quasi sicuramente coinvolta se nella nostra storia clinica presentiamo un trauma rilevante in qualsiasi parte dell’arto superiore, una frattura in queste aree o un incidente stradale (basti pensare che la cintura di sicurezza si appoggia su una delle clavicole ed è su di esse che viene scaricata parte dell’energia cinetica della brusca decelerazione).
Più il trauma è antico, più la problematica potrebbe essere diventata importante: con questo vogliamo dire che, nel momento in cui l’art AC, per via diretta o indiretta, subisce un trauma, anche leggero, comunque va incontro ad una lacerazione di alcune delle fibre di tessuto connettivo che la stabilizzano.
Questa lacerazione viene nel tempo cicatrizzata dal corpo, perciò apparentemente superata, ma in realtà porta ad una progressiva e ingravescente rigidità dell’articolazione stessa.
Tutto questo può già esservi utile nell’autodiagnosi del problema: se nella vostra storia clinica c’è stato un qualsiasi tipo di trauma all’arto superiore, probabilmente esso rappresenterà una delle cause del vostro problema.
Molto spesso, in associazione alla problematica dell’articolazione AC, è presente una problematica all’articolazione sterno-claveare che, come detto in precedenza, si trova al lato opposto della clavicola, a contatto con lo sterno.
Nella maggior parte dei casi che affrontiamo in studio, non troviamo semplicemente una rigidità dell’AC, ma di tutta la clavicola e di tutti i movimenti ad essa associati.
PERCHE’ LA TERAPIA MANUALE E’ IMPORTANTE
Riteniamo che la terapia manuale sia uno strumento fondamentale per approcciarsi ad una qualsiasi tipo di disfunzione a carico dell’articolazione AC.
Non perché altri tipi di tecniche, di cui parleremo più avanti, non siano efficaci, ma perché crediamo che debbano essere utilizzate successivamente o in parallelo.
In ogni possibile caso, l’utilizzo della terapia manuale è indispensabile, in quanto il tessuto connettivo che ruota attorno e stabilizza l’articolazione AC si è irrigidito e l’unico strumento veramente efficace per poter ripristinare la sua naturale mobilità è la terapia manuale.
In altre parole, solo le mani di un terapista esperto saranno in grado di individuare con precisione quali sono i punti in cui il tessuto connettivo si è ispessito e irrigidito, al fine di ripristinare l’elasticità iniziale. Inoltre, sarà sempre compito del terapista controllare passo passo il raggiungimento degli obiettivi iniziali e il ripristino della mobilità desiderata.
Se si decide di trascurare il percorso di terapia manuale, tutte le altre terapie potranno risultare efficaci nel ridurre o nell’eliminare la sintomatologia, ma non forniranno un risultato duraturo nel tempo, perché non sono in grado di ripristinare la mobilità dell’articolazione.
La mancanza di mobilità porterà inevitabilmente a un ulteriore sovraccarico dell’articolazione e ad un nuovo dolore in futuro, il che sarà peggiore del precedente, in quanto la rigidità e l’infiammazione tenderanno ad accumularsi, con conseguente degenerazione dei tendini, alterazione delle cartilagini articolari e possibile formazione di calcificazioni ossee.
ESERCIZI, TERAPIE FISICHE, FARMACI ANTINFIAMMATORI
Questo argomento può essere suddiviso in due parti:
- terapie effettuabili in parallelo al percorso di terapia manuale;
- terapie effettuabili dopo il percorso di terapia manuale.
TERAPIE IN PARALLELO: farmaci antinfiammatori e terapie fisiche
Ci sentiamo di dire che tutte le terapie fisiche possono essere efficaci se utilizzate in parallelo alla terapia manuale. La terapia Laser è quella che scegliamo noi in studio, ma nel complesso tutte sono in grado di ridurre l’infiammazione, “ammorbidire” i tessuti e soprattutto ridurre il dolore.
Lo stesso discorso vale per i farmaci antinfiammatori, per i quali però dovrete fare riferimento al vostro medico.
Come scritto sopra, tutti questi rimedi risultano efficaci se utilizzati IN PARALLELO: essi rappresentano un valido aiuto, ma al tempo stesso, non avendo la capacità di ripristinare la mobilità dei tessuti, se utilizzati come unico rimedio possono dare solo un risultato parziale e non duraturo nel tempo.
TERAPIE DA EFFETTUARE IN UN SECONDO MOMENTO: riallenamento motorio
In ultimo, parliamo del riallenamento motorio, non perché sia meno importante ma perché, a nostro parere, dev’essere utilizzato in un secondo momento.
Più in specifico, esso diventa efficace nel momento in cui il dolore è scomparso o molto calato, ma soprattutto quando la mobilità generale dell’articolazione è stata ripristinata.
Su internet, si trovano decine e decine di pagine che consigliano di utilizzare l’esercizio come strumento terapeutico in caso di artrosi acromion-claveare.
A nostro parere, tutti questi consigli sono completamenti scorretti e potenzialmente dannosi.
Non esiste infatti un esercizio fisico in grado di liberare un’articolazione parzialmente o totalmente bloccata. Ciò che il riallenamento motorio può fare è ridurre la sintomatologia, migliorando la vascolarizzazione (quindi drenando l’area infiammata), rinforzando i muscoli e rendendo più efficace la loro azione stabilizzatrice dell’articolazione AC.
Al tempo stesso, con un allenamento non seguito e poco calibrato sulla persona, si rischia facilmente un sovraccarico di tutto il corpo, con successivo dolore e infiammazione.
Per tutti questi motivi, il nostro consiglio è quello di utilizzare l’attività fisica, ancor meglio se seguita da un professionista esperto, nella seconda parte del vostro percorso terapeutico, dopo un adeguato percorso di terapia manuale.
Solo quando sarete in grado di muovervi liberamente e in modo corretto, andare a rinforzare la muscolatura e a migliorare ulteriormente gli schemi di movimento diventerà fondamentale, sia per evitare una futura ricomparsa del problema, sia per evitare che questa articolazione rimanga debole e vada più facilmente incontro a traumi causati anche da stress leggeri.
CONCLUSIONI
Finora, vi abbiamo spiegato cosa ne pensiamo dell’articolazione AC e siamo convinti che tutte queste informazioni potranno esservi d’aiuto.
Nel video che trovate qui sotto, abbiamo deciso di includere:
- delle istruzioni sul come effettuare un’autovalutazione delle articolazioni che compongono la spalla;
- un metodo per capire se è effettivamente presente una problematica (anche se, trovandovi qui, è probabile che vi sia già stata diagnosticata);
- una serie di automassaggi per trattare il vostro problema.
Precisiamo che, le istruzioni utilizzate per l’autovalutazione, vi serviranno anche per verificare i progressi raggiunti con l’autotrattamento.
Infatti, il trattamento in sé, senza la capacità di capire se sta funzionando o no, diventa poco efficace. Ma nel momento in cui si conosce un metodo per valutarlo, allora diventa semplice capire anche fino a quando proseguire e se è presente ancora margine di miglioramento.
Nonostante tutto quello che siamo felici di condividere con voi, il concetto più importante che ci teniamo a lasciarvi con questo articolo riguarda il fatto di capire che, in caso di qualsiasi problema alla spalla, bisogna prendersi cura anche dell’articolazione AC, in primis con la terapia manuale e successivamente con tutte le altre terapie proposte.
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