Strumenti in fisioterapia
Curare lesioni muscolari, strappi, stiramenti e tendiniti con più efficacia e velocità grazie all’ecografo.
Guarire da lesioni muscolari, strappi, stiramenti e tendiniti
Se il tuo fisioterapista utilizza l’ecografo in studio, è in grado di curare con più efficacia e velocità le lesioni dell’apparato muscolo-scheletrico, come strappi e stiramenti muscolari o tendiniti in punti diversi del corpo, responsabili di influenzare e limitare i movimenti.
Come fa? Per un paziente, che ha già avuto dal suo dottore specialista la diagnosi di lesione muscolare, il fisioterapista evita di indagare tutta l’area dolente. Grazie all’ecografo, individua il punto esatto e la profondità della lesione. Con questa informazione precisa può agire con il laser e calibrare la sua intensità ideale. Risultato? Un’azione mirata e risolutiva che riduce il dolore e i tempi di cicatrizzazione della lesione.
Sempre con l’ecografo, può osservare la mobilità dei tessuti circostanti per capire se l’area è interessata da un’eccessiva rigidità. Se così fosse, lavora manualmente sui tessuti muscolari vicini al punto della lesione di modo da ridurre eventuali stress meccanici. Il terapista può ripetere l’osservazione e anche l’intervento manuale più volte, fino alla risoluzione della problematica, monitorando i risultati di volta in volta con l’ecografo. Nel nostro esempio, questo tipo di approccio porta vantaggi in termini di dolore diminuito, tempi e costi ridotti.
I vantaggi dell’ecografia in fisioterapia
L’ecografo in fisioterapia è utile perché:
- svela con estrema precisione i punti da trattare, di conseguenza l’intervento sarà più efficace e veloce tanto che nel caso di TrattaMix Project nel 90% dei casi la fase acuta si risolve in 4-6 sedute
- fa comprendere come intervenire, se con trattamenti manuali o strumentali
- monitora la guarigione della lesione, trattamento dopo trattamento
- fa valutare quando la disfunzione può dirsi curata correttamente e le sedute possono essere sospese
L’ecografo per l’osservazione mirata
Probabilmente è già chiaro, ma val la pena sottolinearlo: l’ecografo usato dal fisioterapista non serve per fare diagnosi, che il fisioterapista non può fare perché non possiede una laurea in Medicina e Chirurgia (approfondisci nell’articolo “Fisioterapista: cosa fa e cosa non può fare”). L’ecografo in fisioterapia serve per osservare la mobilità dei tessuti, per individuare le zone densificate. È lì che i tessuti, siano essi delle articolazioni o degli organi interni, perdono mobilità ed è lì che bisogna intervenire con la terapia manuale.
L’ecografo si rivela un modo veloce e preciso per individuare la zona esatta da trattare.
Ecografo e mobilità viscerale
Partiamo da un esempio: un paziente con un dolore importante alla schiena ad altezza rene. Il fisioterapista osserva l’addome con l’ecografo e si accorge che il tessuto fra diaframma e fegato è rigido. Per questo motivo, il diaframma fa fatica a espandersi come dovrebbe per far avvenire la respirazione in modo corretto. Il fegato, infatti, dovrebbe scivolare un po’ in basso e in avanti durante l’inspirazione, ma a causa di quella rigidità non ce la fa. Il paziente si trova così a dover costantemente assumere posizioni che mettono sotto stress l’area, che finisce per far male.
La maggior parte dei dolori articolari, comparsi lentamente e senza un evidente motivo, possono essere associati alla perdita di mobilità di un organo. Tutti gli organi della cavità addominale, infatti, dispongono di base di una grande mobilità per favorire il movimento del diaframma, che si alza e si abbassa durante la respirazione. Osservando l’addome con l’ecografo possiamo individuare con precisione l’area rigida e da trattare e monitorare oggettivamente i miglioramenti, seduta per seduta.
Ecografo e cartilagini
L’ecografo può servire anche per osservare le regolarità e irregolarità del tessuto cartilagineo. Individuato il punto preciso della lesione, il fisioterapista interviene manualmente o con il laser che cicatrizza velocemente i tessuti e quindi ben si presta in caso di loro lesione. Utilizza, infine, ancora l’ecografo per controllare l’avanzamento della guarigione e stabilire quando lo stiramento o lo strappo muscolare è definitivamente superato, come già abbiamo spiegato in un post dedicato alla fisioterapia al ginocchio.