Frattura di colles – un visione a 360° di questo infortunio, dal gesso alla cura delle lesioni secondarie che sono SEMPRE presenti e IGNORATE in questo tipo di trauma
Frattura di colles – prima cerchiamo di capire brevemente di cosa si tratta
Frattura di colles – Se ti hanno diagnosticato una frattura di Colles sappi che si tratta di un tipo di frattura molto frequente, soprattutto nell’età infantile.
Ma cosa si intende per frattura di colles?
La frattura di colles è la diagnosi che spesso viene usata quando ci si rompe il polso: in particolare la porzione che viene fratturata è la parte finale del radio, l’osso che compone l’avambraccio assieme all’ulna.
Come abbiamo anticipato all’inizio, questo tipo di frattura riguarda molto da vicino i bambini e gli adolescenti nell’età della crescita: si calcola che gli accessi al pronto soccorso pediatrico siano per il 20% dovute a traumi e fratture ortopediche. Il motivo di questa alta prevalenza è semplice: i bambini corrono, saltano, giocano e fanno sport, dunque le cadute sono all’ordine del giorno.
La frattura di colles è un tipico trauma da caduta: quando si cade la prima reazione istintiva che si ha è portare avanti mani e braccia distese per proteggersi e limitare i danni. L’impatto del terreno con l’arto superiore genera energia che si trasmette ai tessuti molli e all’osso; quando questa energia supera la capacità di resistenza dell’osso, è allora che l’osso si rompe e si verifica la frattura.
Differenze tra bambino e adulto
La frattura nel bambino o nel soggetto in crescita è diversa dalla frattura dell’adulto. Nel primo caso, le ossa sono morbide ed elastiche, per cui si assiste molto spesso alla cosiddetta frattura a legno verde: l’osso non si rompe del tutto, ma si crepa, come un legno ancora verde che, sottoposto a una forza si curva e si sfilaccia, ma non si rompe. Questo tipo di frattura non è pericolosa proprio perché in età infantile l’osso ha una alta capacità di rimodellarsi, e la guarigione è più rapida rispetto a quella di un soggetto adulto. I casi in cui bisogna prestare più attenzione riguardano le fratture delle articolazioni, ovvero delle aree in cui un osso si connette ad un altro (ad esempio a livello del polso, del gomito, della spalla, del ginocchio ecc.). In questi punti infatti, un osso è collegato ad un altro per mezzo di strati di cartilagine, ma nei bambini è proprio questa cartilagine che permette l’accrescimento delle ossa. Una frattura articolare è in grado di modificare in modo permanente la normale crescita dell’osso, e a quel livello può deformarsi o addirittura cessare di crescere.
Ingessare il polso non basta anzi può creare rigidità
Ritornando alla nostra frattura di Colles, una volta che si presenta resta da capire quale trattamento bisogna utilizzare. Il trattamento per questo tipo di frattura molto spesso è di tipo conservativo (la chirurgia è rara), quindi il medico rimette in una posizione consona il polso e crea un’ingessatura per immobilizzare l’arto e permettergli di guarire in modo corretto. L’indicazione che viene data di frequente è di mantenere il gesso per circa 30 giorni aspettando che il tutto guarisca. Soluzione corretta, facile, ma non completa: manca infatti un tassello importante del trattamento, ovvero la fisioterapia.
La fisioterapia è fondamentale per garantire una completa e reale guarigione dopo una frattura, ancor di più se questa frattura avviene nell’età della crescita. A tal proposito vogliamo inoltre sottolineare che l’ingessatura, o in generale l’immobilità non sono curative, ma solo dei semplici strumenti di protezione dell’area lesionata per evitare che il problema si aggravi con un secondo trauma (che sembra sciocco ma non così raro). Anzi, ingessare il polso dal punto di vista del percorso riabilitativo è controproducente, dato che inevitabilmente comporta una perdita di mobilità e un lavoro maggiore per il recupero delle piene funzionalità dell’arto dopo al trauma. Ovviamente ridurre i rischi di aggravare una situazione già delicata ha la precedenza, questo è un motivo in più per rivolgersi ad un bravo fisioterapista il prima possibile, che sappia prendersi cura sia dell’area traumatica primaria, sia delle secondarie.
Oltre all’osso c’è molto altro da guardare
Come abbiamo detto prima, il trauma si presenta dopo una caduta. Come quando un sasso gettato nell’acqua crea delle increspature, allo stesso modo con una caduta si trasmettono nei tessuti corporei delle onde di energia meccanica, che prima di arrivare all’osso investono gli strati di tessuto che lo rivestono, come la fascia, i muscoli, i vasi sanguigni e i nervi causando micro lesioni nei punti più deboli. Queste strutture vengono sempre coinvolte e i segni evidenti di questo coinvolgimento sono il gonfiore e l’ematoma che accompagnano sempre un trauma.
Le micro lesioni che si generano in questi tessuti hanno bisogno anch’esse di guarire assieme all’osso, e la cicatrizzazione deve avvenire correttamente altrimenti tolto il gesso e poi nella vita adulta, ci ritroveremo con un polso rigido perché pieno di micro aderenze e aree cicatriziali. Avere un polso rigido da adulto non è per niente funzionale: la spalla dello stesso braccio dovrà lavorare il doppio per compensare quella rigidità. Tanto per capirci con un esempio, se sono una parrucchiera che usa per molte ore al giorno gli arti superiori con ampi movimenti dei polsi, mi ritroverò presto con una spalla dolente e con tendini usurati, questo perché la perdita di mobilità del polso verrà compensata dalla grande capacità di movimento della spalla, portandola a compiere movimenti eccessivi. Questo è un chiaro esempio per farvi capire che prendersi cura nel modo scorretto dei traumi da bambino può avere ripercussioni importanti nella vita futura.
Quali sono le lesioni secondarie che SEMPRE si accompagnano ad una frattura di colles?
Tolto il gesso, prima si interviene sui tessuti circostanti la frattura, meglio è. Ma non è tutto qui il lavoro: il fisioterapista infatti sa bene che la caduta non interessa mai solo la mano e il polso che entrano in contatto con il terreno, ma anche le articolazioni più lontane come il gomito e la spalla.
In particolare, in una percentuale molto alta di casi di caduta sull’arto superiore, si verifica una piccola distorsione delle articolazioni acromion-clavicolare e sterno-clavicolare. Queste due articolazioni connettono il braccio alla clavicola e allo sterno per mezzo di importanti legamenti: quando questi legamenti si traumatizzano, i problemi prima o poi arrivano e la spalla ne risente, con dolore e difficoltà nel movimento. Molti degli adulti che trattiamo nel nostro studio di fisioterapia arrivano da noi lamentando dolori alla spalla e non ci sorprendiamo quando la maggior parte di loro afferma che da piccolo ha fratturato il polso per una caduta.
Non sottovalutare una frattura di Colles e soprattutto non pensare che il gesso sia l’unico intervento per quel polso: i problemi sono dietro l’angolo e una valutazione superficiale potrebbe non considerarli. Valutare in modo precoce tutti i tessuti che circondano la zona fratturata e avere una visione completa anche delle altre articolazioni rappresentano la chiave del successo riabilitativo e garantiscono al tuo bambino un ritorno alla quotidianità rapido e in sicurezza.