In quanto tempo si calcifica una frattura – come avviene la cicatrizzazione ossea, tempi, ostacoli, e sopratutto il SEGRETO di un recupero eccellente (RARO)
In quanto tempo si calcifica una frattura ? Una scaletta per avere chiare le idee
In quanto tempo si calcifica una frattura ? Con questo articolo vogliamo rispondere ad una domanda che frequentemente ci viene posta dai pazienti che hanno subito una frattura. Parleremo in particolare dei tempi che occorrono affinché una frattura ossea si calcifichi e di quali sono le condizioni che possono influenzare il suo normale processo di guarigione.
Per rendere più scorrevole e semplice la lettura, vi proponiamo sin dall’inizio una scaletta dei temi che tratteremo, così che alla fine dell’articolo potrete avere una visione completa e chiara di tutto l’argomento.
In ordine di esposizione, i temi trattati saranno:
- Come avviene la calcificazione di una frattura
- Perché è importante intervenire sul sistema circolatorio e linfatico
- Quali possono essere le lesioni associate alla frattura
- Perché è importante il movimento per una sana calcificazione
- Il ruolo della fisioterapia dopo una frattura
Prendete pure posto e… buona lettura.
Come avviene la calcificazione di una frattura
Senza tirarla troppo per le lunghe, possiamo già svelarvi che, in condizioni di normalità, i tempi di riparazione di una frattura ossea vanno mediamente dai 20 ai 40 giorni.
Di seguito descriviamo passo passo le fasi che caratterizzano il processo di calcificazione.
- 1a fase: formazione dell’ematoma – in seguito alla frattura, avviene una lacerazione delle membrane che rivestono l’osso. Sia l’osso, sia queste membrane sono ricche di vasi sanguigni, quindi la loro lesione porta ad uno stravaso ematico con riversamento di sangue tra i tessuti. È così che si rende ben visibile il cosiddetto ematoma, ovvero l’accumulo di sangue nella zona in corrispondenza della frattura.
- 2a fase: attivazione dei processi infiammatori – in risposta a questo evento, il corpo attiva subito un processo di difesa e di protezione, ovvero l’infiammazione. Contrariamente a quanto si pensa, l’infiammazione è un processo importantissimo nel nostro corpo, essenziale per garantire la riparazione e la guarigione delle ferite. Nel caso della frattura, in parallelo alla formazione dell’ematoma, il flusso sanguigno porta con sé una grande quantità di molecole del sistema immunitario che, come degli spazzini, iniziano a ripulire l’area traumatizzata dalle sostanze di scarto.
- 3a fase: formazione di tessuto cicatriziale fibroso – contemporaneamente al processo di pulizia, inizia la riparazione dei tessuti lesionati per ricongiungere i due capi ossei distaccati in seguito alla frattura. È così che avviene il deposito di fibre di fibrina in grado di creare un ponte di tessuto connettivo tra i due monconi ossei. Per intendersi, questo tessuto è lo stesso che il corpo utilizza per cicatrizzare la ferita dopo un taglio superficiale.
- 4a fase: calcificazione della lesione ossea – A questo punto le due parti in cui si è diviso l’osso originale sono connesse da un tessuto che non è ancora quello osseo, ma ha una consistenza più elastica e molle. Con l’arrivo di alcune cellule chiamate osteoblasti, il ponte fibroso che connette i due margini ossei subisce una calcificazione che lo porta in 20-40 giorni a formare il vero e proprio callo osseo. Ci teniamo a sottolineare che questi sono i tempi di riparazione di una frattura per una persona sana e mediamente giovane. Se la frattura avviene in persone con osteoporosi importante, persone anziane o che presentano altre problematiche di salute, i tempi di calcificazione possono subire un prolungamento importante.
- 5a fase: rimodellamento osseo – i 20-40 giorni famosi che vi abbiamo prospettato sono tempi necessari ma non sufficienti a garantire la piena guarigione della frattura. Superato questo periodo, il callo osseo neoformato richiede anche un periodo di rimodellamento per ripristinare a tutti gli effetti la forma normale dell’osso stesso.
Perché è importante intervenire sul sistema circolatorio e linfatico
In caso di frattura, prendersi cura del sistema circolatorio e linfatico è essenziale per i seguenti motivi:
- Per garantire il corretto e rapido riassorbimento dell’ematoma che si sviluppa in corrispondenza della frattura. L’ematoma che si sviluppa nell’area traumatizzata è il risultato non solo della rottura delle membrane che rivestono l’osso, ma anche della lesione dei tessuti molli muscolari che circondano l’osso fratturato. L’infiammazione che il sistema circolatorio mette in atto, come abbiamo detto, è importante per garantire pulizia e riparazione. Allo stesso tempo è necessario che il suo decorso sia rapido ed efficace: le cellule immunitarie che raggiungono l’area traumatizzata, così come sono arrivate, devono defluire via in tempi ragionevoli. Un’infiammazione prolungata comporta infatti persistente dolore, gonfiore e presenza di molecole tossiche che inficiano la guarigione stessa dell’osso.
- Per garantire il corretto drenaggio dei liquidi interstiziali. Il sistema linfatico è l’insieme dei tubicini diffusi a livello superficiale, pelle e sottopelle, responsabili del drenaggio dei liquidi interstiziali, ovvero dei versamenti che si concentrano tra una cellula e l’altra. La loro funzione è quindi essenziale per favorire la riduzione del gonfiore conseguente al trauma.
Quali sono le lesioni associate alla frattura
In caso di frattura sono SEMPRE presenti delle lesioni secondarie, che se non trattate portano ad un più lento e parziale recupero del trauma, con conseguente alterazione della postura e comparsa di sintomi secondari a distanza anche di molto tempo.
- Lesione dei tessuti molli. Quando si parla di frattura bisogna ricordare che il trauma non coinvolge solo l’osso, ma anche i tessuti molli che lo circondano come i muscoli. Di queste lesioni bisogna tenerne conto soprattutto durante la riabilitazione: la guarigione di un
trauma muscolo-scheletrico non si conclude alla scadenza dei 20-40 giorni o dopo
l’osservazione del callo osseo sulla lastra, è infatti necessario ulteriore tempo per
assicurare una buona cicatrizzazione dei tessuti molli. Se la loro riparazione non avviene in
modo corretto, ci saranno conseguenze negative sul sistema sanguigno, con conseguente
allungamento dei tempi di infiammazione e difficoltà di rifornimento di sostanze nutritive
all’osso neoformato. - Coinvolgimento di articolazioni a distanza. La frattura completa o parziale di un osso si
verifica perché l’energia meccanica che si libera durante l’impatto viene assorbita dai
tessuti molli del corpo, raggiunge l’osso e ne supera le capacità di resistenza
determinandone la rottura. Immaginate una scossa di terremoto: le onde sismiche si
diffondono e travolgono tutto ciò che vi sta intorno, provocando la distruzione parziale o
totale dei palazzi che non sono in grado di resistere a questo alto carico di energia. Quello
che però accade nel corpo come nel caso del terremoto è interessante: i palazzi che
vengono coinvolti non sono solo quelli situati in corrispondenza dell’epicentro, ma anche
quelli a distanza, proprio perché le onde non si concentrano in un solo punto, ma si
propagano in lontananza. Allo stesso modo nel corpo non viene coinvolta solo la zona
ossea che ha subito l’impatto, ma l’energia investe anche articolazioni lontane dalla
frattura. Questo per dirvi che la riabilitazione che non tiene conto anche della valutazione e
del trattamento di altri distretti oltre alla frattura compie un lavoro incompleto e non
efficace.
Perché è importante il movimento per una sana calcificazione
Come abbiamo spiegato in altri articoli, il movimento dopo un trauma è fondamentale per i seguenti motivi:
- Per ridurre la presenza di aderenze cicatriziali tra i tessuti muscolari lesionati. La cicatrizzazione dei tessuti molli avviene per il deposito di fibre di connettivo tra uno strato di tessuto e l’altro. Questa disposizione è però casuale: la cicatrice che sostituisce il vecchio tessuto lesionato avrà al suo interno sia fibre disposte correttamente sia fibre disposte in modo casuale; queste ultime non hanno un buon effetto sul corpo, perché ne limitano la mobilità in modo più o meno importante. Il movimento attivo che consigliamo di fare dopo una frattura ha il vantaggio di andare a rompere le fibre orientate casualmente, mantenendo solo quelle buone.
- Per assicurare il drenaggio del versamento post trauma. Come abbiamo detto prima, in corrispondenza della frattura si formano versamenti ed ematomi che è necessario drenare per assicurare una buona guarigione del trauma. Questo drenaggio avviene grazie al sistema linfatico ma anche venoso. Le vene hanno infatti l’importante compito di accogliere il flusso sanguigno privo di ossigeno proveniente dai capillari e di riportarlo al cuore affinché venga ri-ossigenato e ri-pompato verso i tessuti del corpo. Le vene però sono dei tubi che, a differenza delle arterie, hanno una bassa pressione di spinta. D’altra parte hanno la fortuna di essere facilmente deformabili, quindi la contrazione dei muscoli durante il movimento va a comprimerle, strizzandole e spingendo passivamente il sangue verso l’alto. La presenza delle valvole al loro interno evita inoltre il deflusso sanguigno verso il basso, assicurando così un corretto drenaggio delle aree gonfie della frattura. In pratica quindi più ci muoviamo più aiutiamo il sistema venoso a eseguire un ricambio di sangue, in questo modo il decorso dell’infiammazione avverrà in tempi brevi.
Il ruolo PIU’ IMPORTANTE della fisioterapia dopo una frattura, il SEGRETO per un recupero eccellente
Arrivati a questo punto, avrete ben compreso:
- quali sono le alterazioni che subiscono l’osso e i tessuti molli dopo una frattura
- quali sono i tempi di calcificazione dell’osso fratturato, che da manuale rappresentano 20-40 giorni, ma che diventano di più se teniamo conto dei tempi di rimodellamento osseo e di cicatrizzazione delle lesioni muscolari.
Ci resta da capire il ruolo della fisioterapia in questo lungo percorso. La fisioterapia non è solo utile per prendersi cura dei tessuti molli traumatizzati o per riallenare i muscoli che diventano deboli a causa dell’immobilità o per via del trauma. La fisioterapia diventa FONDAMENTALE PER RECUPERARE L’ELASTICITA’ DELL’OSSO stesso.
Dovete sapere che l’osso è sì la struttura più forte e robusta del nostro corpo, ma possiede anche importanti proprietà elastiche. In seguito alla frattura, l’osso neoformato perde la sua elasticità originaria. La sua minor flessibilità lo rende più duro e più fragile, quindi privo delle capacità di ammortizzare bene le forze impresse dal terreno durante i movimenti.
Per rendere tutto più chiaro vi portiamo un esempio pratico: immaginate di avere una frattura al femore… in base alle riflessioni fatte prima, l’osso stesso e i muscoli che gli stanno accanto tenderanno a perdere l’originale elasticità. Queste rigidità faranno si che ad ogni passo le vibrazioni prodotte dall’impatto del piede sul terreno non verranno dissipate ed ammortizzate dai tessuti, ma verranno trasmesse in modo brusco alla cartilagine dell’anca. Questi urti ripetuti non faranno altro che usurare la cartilagine stessa e obbligheranno il corpo ad assumere una postura scorretta a protezione dell’anca sovraccaricata.
Per i maschietti, è come viaggiare con un’auto i cui ammortizzatori non funzionano come dovrebbero: i problemi pian piano verranno a galla e interesseranno non solo gli pneumatici, ma anche altre componenti meccaniche dell’auto.
Sfortunatamente spesso ci si accorge di questi danni a distanza di tempo dalla frattura, quando già iniziano a sentirsi i primi sintomi all’anca.
Solo i fisioterapisti esperti sono consapevoli di quanto sia importante agire precocemente in caso di frattura per non perdere di vista tutti questi aspetti collegati al trauma. Inoltre anche il paziente stesso può godere di importanti benefici da un trattamento tempestivo, perché prima si rivolge ad un professionista, più il percorso riabilitativo sarà rapido e privo di ostacoli, al contrario, più temporeggia, maggiori saranno gli sforzi e i costi per assicurare un ritorno alla quotidianità.
Dubbi ?
Noi fisioterapisti dello studio Trattamix abbiamo una grande esperienza nella valutazione e nel trattamento dei traumi muscolo-scheletrici, inoltre possediamo le migliori tecniche manuali e le più potenti tecnologie strumentali per garantire una guarigione completa e in sicurezza.
I nostri servizi permettono di prendersi cura delle fratture, oltre che degli adulti, anche dei bambini: come abbiamo spiegato in questo articolo (link), sono proprio i più piccoli ad andare più frequentemente incontro ai traumi, ma allo stesso tempo essi sono anche i soggetti che più godono dei benefici della fisioterapia grazie alla grande capacità di rimodellamento che caratterizza il loro corpo.
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