Lavaggio calcificazione spalla tempi di recupero – DETTAGLIATA descrizione della mia personale esperienza con questa terapia, aspettative, tempi di recupero, e risultati – TrattaMIX UDINE
In questo articolo “Lavaggio calcificazione spalla tempi di recupero – TrattaMIX UDINE” vi parleremo del lavaggio di spalla, una procedura medica che viene utilizzata per rimuovere le calcificazioni.
In particolare, vorrei parlarvi della mia personale esperienza, dato che poco tempo fa mi sono sottoposto a questa tipologia di trattamento. Vi racconterò:
- La mia situazione clinica iniziale;
- Il motivo per il quale ho scelto di effettuare un lavaggio di spalla;
- Com’è andata la procedura;
- Quali sono stati i risultati a breve termine e quali le mie aspettative future.
Situazione clinica iniziale
La mia spalla destra è la spalla di un fisioterapista che utilizza quotidianamente tecniche di manipolazione fasciale, ovvero un’articolazione che si trova sotto sforzo per molte ore al giorno. Inoltre, è una spalla che ha subito diversi traumi in passato.
La somma di questi fattori ha creato nel tempo un sovraccarico che un paio d’anni fa si è tradotto in un fastidioso dolore generalizzato.
Fortunatamente, dato il mestiere che svolgo, ho potuto chiedere aiuto alla mia collega fisioterapista che ha lavorato:
- sulla mobilità del mio sistema nervoso periferico;
- sulla mobilità articolare di spalla, arto superiore e gabbia toracica (struttura rigida nel mio specifico caso);
- sul recupero della mobilità ed elasticità del tessuto fasciale che riveste le strutture articolari e muscolari dell’arto superiore.
- sull’infiammazione del tendine della cuffia, grazie alla laserterapia Yag mirata
Le sedute di terapia manuale mi hanno permesso di risolvere in breve tempo il mio problema, (per farvi un’idea, in questo articolo trovate le tempistiche medie del nostro lavoro).
Sfortunatamente però, c’erano dei problemi di base che non potevano essere risolti semplicemente con la terapia manuale e laserterapia: lo stress meccanico lavorativo a cui la mia spalla era ed è quotidianamente sottoposta ovviamente non sarebbe cessato, in aggiunta la nascita di un figlio che adora stare in braccio non è stata d’aiuto, ma il problema maggiore era che il sovraccarico del tendine del m. sovraspinoso aveva generato una piccola calcificazione. Tendenzialmente una calcificazione se trattata con il giusto approccio terapeutico (quindi il ripristino sia del corretto meccanismo articolare e sia della naturale elasticità e mobilità dei tessuti molli, e l’utilizzo mirato delle terapie fisiche per ridurre l’infiammazione), viene riassorbita. Ma nel mio caso specifico la mancanza di riposo e l’aumento di micro-traumi ripetuti ha portato al risultato inverso, ed è così che ad inizio estate 2022, il dolore si è ripresentato.
Anche in questa circostanza abbiamo deciso di affrontare il problema nello stesso modo, ovviamente in tempi minori dato che la spalla aveva mantenuto la mobilità di gran parte dei tessuti muscolo-scheletrici trattati in precedenza, con la differenza però che questa volta il sintomo non si è ridotto del tutto.
E’ rimasto un dolore localizzato in un punto preciso, che risultava lieve e diffuso (pesantezza della spalla generalizzata mista a dolore) nelle situazioni dove la spalla era “sotto carico”, ovvero ad esempio con il braccio appoggiato al finestrino dell’auto per lungo tempo, e preciso e acuto in massima flessione della spalla e cercando di portare il braccio dietro la schiena.
Data la permanenza del sintomo, abbiamo controllato la spalla utilizzando l’ecografo (strumento che abbiamo a disposizione e che quotidianamente utilizziamo in studio, come descritto in questo articolo), osservando che la calcificazione scoperta l’anno prima, era di maggiori dimensioni.
I trattamenti effettuati non sono stati solo utili a ridurre gran parte dei sintomi, rendendoli per altro più che sopportabili, ma hanno anche messo in luce la causa del rimanente dolore (la calcificazione). Perché eliminando tutto il contesto ciò che rimaneva poteva essere solo quello. Restava quindi da affrontare solo quel problema, non solo per liberarsi completamente della sintomatologia, ma sopratutto per liberarsene definitivamente, in quanto l’esperienza dell’anno precedente rendeva chiaro che, anche se il dolore era lieve e ben gestibile, la problematica sarebbe comunque ricomparsa in futuro e con ogni probabilità più forte, e con dei danni al tendine sempre maggiori. Per questo motivo, ho deciso di rivolgermi ad un medico specialista di cui mi fido per effettuare un lavaggio di spalla, quindi per affrontare in modo mirato quello specifico problema.
Perché ho scelto il lavaggio di spalla
La prima cosa fondamentale da sottolineare è che, come descritto sopra, non ho scelto di sottopormi ad un lavaggio di spalla per il semplice fatto di aver notato la presenza di una calcificazione.
Prima di prendere una decisione, ho cercato di escludere potenziali cause del mio dolore, come ad esempio:
- Mancanza di tono muscolare, in quanto lavoro principalmente con gli arti superiori e pratico sport in modo costante da anni;
- Mancanza di mobilità, in quanto prima di arrivare a questo punto ho svolto un percorso di terapia manuale che mi ha permesso di recuperare tutti i movimenti e liberare completamente i tessuti fasciali e muscolari del mio corpo.
- Tendinite della cuffia dei rotatori, in quanto successivamente alla terapia manuale, ho ricevuto un breve ma mirato ciclo di terapia laser mirata alla cicatrizzazione di eventuali lesioni tendinee.
Esclusi questi fattori, ho immaginato che i sintomi rimasti derivassero dalla calcificazione.
Così, ho dovuto fare una scelta tra le due possibili soluzioni: il lavaggio di spalla o l’utilizzo delle onde d’urto.
Uno studio clinico condotto all’università di Laiden (Olanda), pubblicato su The American Journal of Sports Medicine nel numero di luglio 2013 valuta il lavaggio eco-guidato di spalla (litoclasia) la tecnica terapeutica più efficace a distanza di 1 anno nel trattamento delle calcificazioni.
Mi sono quindi rivolto ad un medico specialista di mia conoscenza che si occupa di questo tipo di problematica, il quale mi ha spiegato vantaggi e svantaggi di entrambe le scelte, (messe a confronto anche in questo articolo LINK), e, per il mio specifico caso, il lavaggio di spalla mi è parso il più indicato.
In particolare, ho scelto il lavaggio di spalla per i seguenti motivi:
- Tempi brevi – Basta una sola seduta della durata di circa mezz’ora (a differenza delle onde d’urto dove è necessario un percorso che si articola in più sedute);
- Precisione – La terapia viene effettuata da un medico specialista, che prima valuta la situazione con l’ecografo e, solo se pensa di ottenere buoni risultati, decide di procedere con il trattamento.
E’ utile sottolineare che questo tipo di procedura non si adatta a tutte le calcificazioni, anche perché in alcuni casi la loro presenza non rappresenta la causa del dolore. Anche per questo motivo, effettuare un percorso di terapia manuale in precedenza è fondamentale per eliminare le altre possibili cause di dolore e comprendere il ruolo effettivo della calcificazione nel proprio specifico caso.
In quali circostanze il lavaggio di spalla è la scelta migliore
Ogni calcificazione presenta diverse fasi, nelle quali ciò che cambia è fondamentalmente la consistenza della calcificazione stessa.
Il lavaggio di spalla risulta perfetto quando la calcificazione è rigida esternamente e liquida internamente.
Lo scopo della procedura è lavare la calcificazione dall’interno.
Il medico specialista inietta una soluzione salina all’interno della calcificazione, in modo tale da drenare i sali di calcio contenuti al suo interno con un secondo ago (come schematizzato nell’immagine inizaile), permettendo così che il guscio esterno collassi e venga riassorbito con il tempo (indicativamente nell’arco di 6/12 mesi).
Se la calcificazione è piccola si utilizza un solo ago per iniettare e aspirare a intervalli regolari. Se la calcificazione è grande, solitamente si utilizzano due aghi, uno per iniettare la soluzione salina e uno per aspirare il liquido ottenuto.
Questo trattamento risulta invece più difficoltoso nei seguenti casi:
- calcificazione troppo piccola, generalmente minore di 3mm
- moltitudine di micro calcificazioni
- calcificazione troppo dura, difficile quindi da infiltrare
La mia esperienza
La procedura nel mio caso è durata circa 30 minuti.
Grazie all’anestesia eseguita a livello della borsa subacromiale, non ho percepito alcun dolore. Gli effetti mi sono durati per circa 8 ore dopo l’intervento.
La sera stessa, terminati gli effetti dell’anestetico, la sensazione che ho provato è quella che si prova dopo un vaccino, ovvero un indolenzimento e un fastidio sordo e diffuso.
Premetto che il medico consiglia una terapia di 2-3 giorni con farmaci antinfiammatori e ghiaccio, associati ad un riposo completo della spalla.
Il primo giorno post-procedura, il dolore era forte, ma controllabile con i farmaci, presente solo al movimento.
Il secondo giorno, il dolore si era ridotto, potevo dormire tranquillamente appoggiato sulla spalla e con i farmaci riuscivo ad effettuare qualche movimento. Ho scelto comunque di lasciare a riposo l’arto ancora per 24 ore.
Il terzo giorno, la sensazione sulla spalla era identica a prima del trattamento, quindi il dolore era diminuito ancora e non avevo difficoltà a muovere l’arto. Il fastidio che percepivo era lo stesso che mi aveva spinto a fare il lavaggio eco-guidato di spalla.
Dal quarto giorno, la mia spalla ha continuato a migliorare gradualmente fino a che, dopo circa una settimana dall’intervento, il dolore è TOTALMENTE scomparso.
Da quel giorno, il processo di miglioramento si è stabilizzato e la mia spalla è ufficialmente guarita.
Tempi di recupero e aspettative future
Per quanto avete letto finora, potete immaginare che i tempi di recupero siano rapidi, anche perché il dolore causato dall’intervento tende a scomparire nell’arco di due giorni e può essere facilmente gestito con farmaci antinfiammatori e ghiaccio.
Nel mio caso, il risultato al termine della prima settimana è stato una totale scomparsa del dolore.
Va comunque ricordato che il medico specialista consiglia di aspettare 15 giorni prima di valutare l’effettivo risultato della procedura, in quanto alcune persone possono aver bisogno di qualche giorno di recupero in più.
Solitamente, passati i 15 giorni, viene effettuata una visita di controllo in cui lo specialista valuta la situazione della spalla post lavaggio. Già dopo due settimane, ciò che si dovrebbe osservare è uno schiacciamento del guscio esterno della calcificazione, in quanto privato dei sali di calcio.
Il guscio esterno, come detto in precedenza, viene generalmente riassorbito nell’arco di 6/12 mesi.
Riguardo i risultati a lungo termine, è importante sottolineare che nel mio caso si parla di un lavoro combinato sulla spalla.
Come spiegato all’inizio dell’articolo, ci siamo presi cura del mio corpo con la terapia manuale, recuperando la mobilità dei tessuti molli, in modo tale che l’unica problematica rimasta fosse quella data dalla calcificazione.
Effettuando questo primo passaggio, abbiamo eliminato anche la meccanica con cui si è formata la calcificazione.
In altre parole, la mia spalla, a causa di traumi pregressi, si muoveva in modo scorretto e la calcificazione si è creata proprio per la ripetizione frequente di questi movimenti.
Ricapitolando:
- Grazie alla TERAPIA MANUALE abbiamo eliminato le rigidità a livello di tutti i tessuti molli e la principale causa di formazione della calcificazione;
- Grazie al LAVAGGIO DI SPALLA abbiamo eliminato la calcificazione stessa.
Il risultato che mi aspetto in futuro è perciò che questa problematica non si ripresenti più.
Lavaggio calcificazione spalla tempi di recupero