OSSIGENO OZONOTERAPIA NON HA FUNZIONATO – In quali casi con l’ozonoterapia non si ottengono i risultati sperati e quali sono le possibili soluzioni alternative – TRATTAMIX UDINE
Se hai cliccato su questo articolo (ossigeno ozonoterapia non ha funzionato), probabilmente la tua situazione sarà una delle seguenti:
- Hai un forte mal di schiena e cerchi informazioni per trovare una soluzione al tuo problema. In questo caso il consiglio è di leggere prima questo articolo LINK, dove trattiamo l’argomento ozonoterapia in modo più specifico, al fine di far comprendere al lettore quale sia la terapia migliore da intraprendere.
- Hai provato l’ozonoterapia per risolvere il tuo dolore ma senza ottenere un risultato soddisfacente. Ed è proprio qui che cercheremo di aiutarti a comprendere perché la terapia scelta non ha funzionato.
In altre parole, in questo articolo (ossigeno ozonoterapia non ha funzionato) non parleremo di cos’è un’ernia, argomento che potrete trovare riassunto qui LINK, ma spiegheremo:
- Quali sono le diverse tipologie di infiltrazione
- I casi in cui con l’ozonoterapia non si ottengono i risultati sperati
- Le possibili soluzioni alternative all’ozonoterapia.
TIPOLOGIE DI INFILTRAZIONI DI OSSIGENO-OZONOTERAPIA
Esistono principalmente due tipologie di infiltrazioni e si differenziano in base alla sede raggiunta dal medico specialista, nonché dal risultato che si può ottenere:
- Infiltrazione intradiscale e/o foraminale: in questo caso il medico specialista inserisce l’ago o all’interno del disco intervertebrale rilasciando l’ozono nel nucleo polposo (infiltrazione intradiscale), o all’interno dell’ernia stessa che è già stata espulsa e si trova a comprimere il nervo a livello del forame intervertebrale (infiltrazione foraminale). Lo scopo di questa terapia è di disidratare l’ernia, in modo tale che perda volume, comprimendo di meno il nervo, con conseguente riduzione del dolore. Ci teniamo a sottolineare che la disidratazione dell’ernia è un processo che avviene fisiologicamente nell’arco di 6/12 mesi, e proprio per questo motivo tendenzialmente un’infiltrazione di questo tipo risulta una soluzione efficace nei casi acuti.
- Infiltrazione dei muscoli paravertebrali: ovvero di quei “cordoni” muscolari che si trovano posteriormente alla colonna vertebrale. Lo scopo in questo caso è quello di inibire la muscolatura, riducendo così il dolore e migliorando la mobilità del tronco. Il miglioramento della mobilità a sua volta porta ad un migliore drenaggio dei tessuti e a favorire il naturale decorso del processo infiammatorio in atto. Questa tipologia di trattamento risulta vantaggiosa nei casi cronici, ovvero di un’ernia espulsa molto tempo fa, già andata in corso a un processo di disidratazione e che non costituisce più una causa di compressione nervosa.
QUANDO L’OZONOTERAPIA NON FUNZIONA
Suddividiamo ora le diverse situazioni cliniche in base ai risultati ottenuti.
ASSENZA DI RISULTATI
- E’ stata effettuata un’infiltrazione discale/foraminale in un paziente con una situazione clinica cronica, in cui l’ernia era stata espulsa da parecchio tempo e si era ormai disidratata, non costituendo più un elemento di compressione sul nervo. Questa situazione è solitamente molto rara, in quanto la maggior parte dei medici specialisti, una volta raccolta la storia clinica del paziente e visionato il referto della Risonanza Magnetica (RM), è in grado di comprendere che un’infiltrazione di questo tipo non porta ad alcun risultato in una situazione cronica.
- E’ stata effettuata un’infiltrazione sui muscoli paravertebrali in un paziente con una situazione clinica molto acuta, in cui l’ernia era recentissima. In questo caso, i potenziali benefici dati dal rilassamento dei muscoli paravertebrali vengono coperti dal dolore acuto derivante dalla compressione nervosa.
RISULTATI NON SODDISFACENTI
- E’ stata effettuata una delle due tipologie di infiltrazione in un paziente con una situazione al limite tra acuto e cronico, ovvero in cui il processo di disidratazione dell’ernia è già in corso ma quest’ultima porta ancora ad una parziale compressione nervosa. In questo caso, qualsiasi sia l’approccio scelto, risulterà comunque incompleto.
- E’ stata effettuata un’infiltrazione sui muscoli paravertebrali in un paziente con dolore cronico e concomitante instabilità lombare. In altre parole, parliamo di un paziente che, soffrendo da molto tempo di lombalgie e svolgendo una vita sedentaria, presenta un forte indebolimento della muscolatura stabilizzatrice del tratto lombare. In questo caso quindi, inibire la muscolatura paravertebrale può portare a nessun risultato o a situazioni ancora peggiori, nel caso in cui questi muscoli si mantengano contratti e bloccati al fine di proteggere l’area instabile. D’altra parte, il medico specialista non effettuerà un’infiltrazione discale/foraminale, in quanto si tratta di una situazione cronica, dove l’ernia non comprime più il nervo.
LA TERAPIA MANUALE E LA RIABILITAZIONE SONO LA SOLUZIONE AI VOSTRI PROBLEMI
Per spiegare il perché siamo pienamente convinti di ciò che affermiamo nel titolo qui sopra, cominciamo brevemente a capire da dove può originare un’ernia.
Le situazioni principali sono:
- Trauma diretto sul tratto lombare: in questo caso si tratta di un danno inevitabile che comporta una lesione del disco intervertebrale, con espulsione di un’ernia a livello del nervo interessato.
- Schema motorio errato e non funzionale: di gran lunga la causa più frequente, comporta un’usura del disco intervertebrale con conseguente espulsione di parte del nucleo polposo. Questo meccanismo lesivo è più o meno rapido a seconda di quanto siano impattanti le attività di vita quotidiana svolte dalla persona.
Qualsiasi sia la vostra situazione clinica, per la maggior parte di voi la riabilitazione e la terapia manuale saranno indispensabili al fine di ottenere risultati soddisfacenti e duraturi nel tempo.
Ci teniamo a precisare che il percorso di terapia manuale e riabilitazione motoria non intende sostituirsi alle infiltrazioni di ozonoterapia, ma lavorare in modo complementare allo scopo di far ottenere al paziente il migliore risultato possibile.
Per comprendere meglio l’importanza di un percorso riabilitativo, partiamo dalle due situazioni cliniche descritte poco sopra.
Nel caso di trauma diretto sul tratto lombare, sarà necessario prendersi cura anche di ciò che sta intorno al disco intervertebrale traumatizzato, ovvero di tutti quei tessuti molli (muscoli, legamenti, tessuto fasciale) che hanno in parte ammortizzato il trauma stesso e che si sono lesionati o irrigiditi. Questa parte di lavoro è fondamentale perché se viene tralasciata, il rischio è che si creino degli schemi motori scorretti e che l’area interessata, ma non solo, diventi rigida e dolente.
Nel caso invece di schema motorio errato e non funzionale, si distinguono ulteriormente due casi:
- Situazione acuta: ovvero quando, a seguito di sforzi ripetuti, il disco si è lesionato, ma a seguito di uno sforzo esagerato l’ernia viene espulsa all’improvviso e il paziente prova un dolore acuto. In questo caso è necessario prendersi cura di ciò che ha provocato l’ernia, ovvero di tutti quei movimenti scorretti ripetuti nel tempo e di tutte le strutture più deboli e rigide nel corpo della persona. Tutto questo al fine di favorire e velocizzare il recupero della fase acuta, ma anche al fine di evitare future ricadute. Ci teniamo nuovamente a sottolineare che, in questa particolare situazione, il percorso di fisioterapia non si sostituirà alle infiltrazioni discali/foraminali, ma rappresenterà un tassello complementare ad esse per la guarigione della persona.
- Situazione cronica: ovvero quando l’ernia è già uscita da tempo. In questo caso la terapia manuale, se operata da mani esperte e competenti, può potenzialmente sostituirsi alla terapia infiltrativa dei muscoli paraverterbali, sia per efficacia (in quanto non solo inibisce i muscoli, ma soprattutto ripristina la mobilità e l’elasticità del tessuto connettivo che avvolge sia le singole fibre muscolari, sia i muscoli stessi) che per velocità (ne parliamo a questo LINK). In una situazione cronica, diventa fondamentale ripristinare la mobilità del corpo, al fine di eliminare gli schemi motori scorretti e ripetuti che hanno provocato l’usura del disco e ripristinare il controllo motorio e la stabilità dell’area interessata. Saltando questi due passaggi, per quanto le infiltrazioni di ozono possano essere efficaci, il problema tenderà a ripresentarsi nel tempo o a migrare in un’altra area del corpo.