Osteopenia e mal di schiena sono due facce della stessa moneta – TrattaMIX UDINE – è importante capire come nasce questo problema per costruire un concreto percorso di guarigione
In questo articolo “OSTEOPENIA E MAL DI SCHIENA” andremo ad approfondire la relazione presente tra queste due tipologie di problematiche.
Premettiamo fin da subito che non esiste una correlazione diretta tra il mal di schiena e l’osteopenia: in altre parole, ad oggi non esistono studi scientifici che citino in modo specifico l’osteopenia come causa di dolore alla schiena.
Al tempo stesso, va riconosciuto che questi due fattori possono far parte di una stessa equazione quando il soggetto principale non è il mal di schiena, ma il benessere generale del corpo.
Nei paragrafi successivi, vi spiegheremo perché diciamo questo, e, cosa ancora più importante, vi forniremo la soluzione più efficace per affrontare queste problematiche.
OSTEOPENIA
Per osteopenia s’intende sostanzialmente un impoverimento della massa ossea, ovvero una perdita di calcio all’interno delle ossa che porta ad un loro assottigliamento e indebolimento.
Immaginate un osso come un alveare: la sua struttura interna è formata dalle cosiddette trabecole che formano tanti spazi tra loro. Con la diminuzione di calcio alcune di queste trabecole cominciano a sgretolarsi, alterando tutta la struttura e quindi la funzionalità dell’osso stesso (come da immagine sopra).
L’osteopenia è causata principalmente da due fattori:
- Anagrafici, ovvero a causa dell’aumento dell’età;
- Endocrini, ovvero a causa di squilibri ormonali (e proprio per questo fattore è una condizione maggiormente presente nelle donne);
ma può insorgere o essere aggravata anche per cause meccaniche.
Consideriamo per un attimo il corpo umano come una splendida macchina che è in grado di adattarsi alle diverse circostanze che si trova ad affrontare.
Anche nel caso della densità ossea c’è una sorta di adattamento: se consideriamo ad esempio un individuo con una massa muscolare più definita, sappiamo per certo che le sue ossa risulteranno più dense e forti. Ciò accade perché durante l’allenamento i suoi muscoli vengono sottoposti a determinati carichi, i quali favoriscono la crescita delle fibre muscolari presenti all’interno del muscolo. A loro volta, queste fibre muscolari creano una tensione a livello del tendine (parte finale del muscolo che si attacca all’osso), e quest’ultima si trasferisce in parte proprio all’osso stesso. L’osso quindi, in risposta a questa trazione, cerca di adeguarsi stimolando il deposito di calcio, al fine di rinforzarsi per sostenere al meglio gli sforzi compiuti dalla persona.
Ovviamente, non è necessario eseguire degli allenamenti quotidiani per evitare l’osteopenia: è importante sapere che qualsiasi movimento o sforzo compiuto durante la nostra vita quotidiana contribuisce ad aumentare le forze esercitate sulle ossa, stimolando così la deposizione di calcio.
Al tempo stesso, vien facile capire come l’attività fisica e il movimento in generale rappresentino un fattore protettivo molto importante per evitare l’insorgenza di questa condizione, soprattutto con l’avanzare dell’età, dove la presenza dei fattori di rischio precedentemente citati (cambiamenti ormonali, perdita di massa muscolare, diminuzione del movimento) è pressoché inevitabile.
OSTEOPENIA E MAL DI SCHIENA
Arrivati a questo punto, avrete compreso che esistono diversi fattori che possono influenzare la diminuzione di calcio all’interno delle ossa e soprattutto che il nostro sistema osseo è in grado di adattarsi agli stimoli che riceve dalle attività della nostra vita quotidiana.
Ora resta da capire in che modo questa condizione si leghi ad un dolore alla schiena, tenendo sempre presente che non esiste una correlazione diretta tra queste due problematiche.
Per comprenderne il meccanismo, è necessario considerare come punto centrale il sistema muscolare: esso infatti crea compattezza e stabilità alle nostre ossa e alle nostre articolazioni e ci permette di muoverci liberamente.
Nel momento in cui, per svariate cause, avviene una diminuzione del tono muscolare, si ha in parallelo una perdita di stabilità della nostra struttura, nonché una perdita di reattività da parte dei muscoli, che si traduce in una diminuita capacità di adattarsi agli stimoli esterni.
Immaginate questa scena: una persona sta correndo in un campo, mette per sbaglio il piede in una buca, il quale si piega brutalmente verso l’interno provocando una distorsione alla caviglia.
Inevitabilmente, le strutture fasciali (di cui ne spieghiamo l’importanza in questo articolo), muscolari e legamentose che si trovano sulla parte laterale (o esterna) della caviglia subiscono un trauma. E questo trauma sarà più o meno grave a seconda di quanto è rapida ed efficace la risposta muscolare, ovvero la comunicazione tra piede, caviglia, cervello e viceversa.
In altre parole, la gravità del trauma sarà inversamente proporzionale alla velocità di risposta dei muscoli della caviglia che hanno il compito di stabilizzarla e proteggerla in circostanze come quella sopra descritta.
Abbiamo scelto l’esempio della caviglia in quanto risulta più intuitivo ed evidente, ma per la schiena vale lo stesso meccanismo: ogni nostro movimento nella vita quotidiana porta ad una pressoché continua stabilizzazione da parte dei muscoli del nostro corpo, compresi quelli della schiena che si trovano a dover proteggere una parte importantissima del corpo, la colonna vertebrale.
Per questo motivo, la diminuzione del tono muscolare generale del corpo non si associa solo ad una diminuzione della densità ossea (ovvero ad osteopenia), ma spesso si associa anche all’insorgenza di dolore alla schiena: quest’ultimo è provocato proprio dagli infiniti microtraumi che i tessuti fasciali e muscolari subiscono nel tentativo di stabilizzare i segmenti ossei della colonna vertebrale durante i movimenti della vita quotidiana.
Le continue microlesioni del tessuto fasciale e muscolare portano ad un irrigidimento di tutta la colonna, il che si traduce nel dolore alla schiena che molti di noi sperimentano ogni giorno.
LA CAUSA PRIMARIA
Arrivati a questo punto, abbiamo analizzato il rapporto tra osteopenia e mal di schiena, o più in particolare tra osteopenia e riduzione del tono muscolare che provoca dolore alla schiena.
Prima di parlare della soluzione per ridurre il vostro dolore e migliorare la densità delle vostre ossa, riteniamo necessario farvi capire cosa intendiamo per “diminuzione del tono muscolare” e per quali cause può verificarsi.
Una delle principali cause di riduzione della massa muscolare è da ricercarsi nello svolgimento delle attività di vita quotidiana.
Immaginate una persona che decide di cambiare lavoro. Questo lavoro implica delle determinate mansioni giornaliere che portano ad un sovraccarico di alcuni muscoli a discapito di altri. Con il passare del tempo, la persona si affatica sempre di più, fino a provare dolore in alcuni punti del corpo. Essendo attività legate al lavoro, non può eliminarle del tutto, ma comincia a inserire delle pause sempre più ampie di inattività, e soprattutto post lavoro inizia ad eliminare lo sport e gli hobby per non peggiorare ulteriormente i suoi sintomi.
Con questo metodo, costituito da attività sovraccaricanti e periodi di riposo sempre più ampi, il corpo in realtà non recupera ma tende ad un calo sempre maggiore della muscolatura: il risultato finale è che le attività della vita quotidiana diventano via via più complicate.
Ora vi chiederete, perché accade tutto questo?
La causa primaria di questo meccanismo è lo squilibrio del sistema muscolo-scheletrico.
In altre parole, i muscoli del corpo della persona in questione non sono in equilibrio. Alcuni sono più forti, altri più deboli. Alcune aree del suo corpo sono più rigide, altre più mobili.
E tutto questo squilibrio è provocato fondamentalmente dalla sua storia clinica, ovvero da precedenti traumi, malattie, interventi chirurgici, infiammazioni frequenti, che provocano appunto un disequilibrio del sistema muscolo-scheletrico (o, più in specifico, del sistema fasciale), il che porta la persona a muoversi in maniera scorretta nonché ad assumere posture scorrette, peggiorando la sua situazione giorno dopo giorno.
Ci teniamo a sottolineare inoltre un aspetto che non può essere dato per scontato: come detto in precedenza, la causa primaria di tutto è da ricercarsi nella storia clinica della persona. Quest’ultima però è da inserire in un quadro più ampio, ovvero nella quotidianità che questa persona vive.
Se ci pensate, ognuno di noi può manifestare la stessa condizione clinica con sintomi anche molto diversi tra loro. Questa manifestazione così variabile a parità di storia clinica tra due persone (tenendo presente che questo fattore è pressoché impossibile) è data dal fatto che ognuno di noi durante la giornata svolge delle attività differenti. Tutto questo inoltre, può essere integrato dalle caratteristiche fisiche individuali che ognuno di noi geneticamente ha e che lo predispongono più facilmente ad alcune condizioni cliniche rispetto ad altre.
In sostanza quindi, la causa primaria di tutto sarà l’insieme di questi tre elementi: la storia clinica della persona, le attività di vita quotidiana che svolge e le sue personali caratteristiche psicofisiche.
LA SOLUZIONE
Compreso l’intero meccanismo di origine del vostro dolore che, semplificando MOLTO per chiarire al meglio i concetti espressi finora, è il seguente: storia clinica di traumi unito ad attività della vita quotidiana e caratteristiche psicofisiche individuali, squilibrio del sistema muscolo-scheletrico, calo di attività, calo di massa muscolare, osteopenia e dolore, è arrivato il momento di parlare della soluzione più efficace per risolvere la vostra problematica.
La strategia terapeutica più efficace per ripartire, non occupandosi del singolo sintomo come potrebbe essere il caso di un intervento farmacologico mirato, ma risolvendo le cause del vostro problema, è la TERAPIA MANUALE.
Solo un percorso strutturato con un fisioterapista esperto di terapia manuale potrà individuare i punti alterati sul vostro corpo, capire quali strutture vengono compromesse in ogni determinato punto e trovare la tecnica migliore per risolvere quelle rigidità al fine di ripristinare la mobilità del vostro sistema fasciale e muscolo-scheletrico.
Una volta concluso questo percorso, il corpo sarà libero di muoversi correttamente e di rinforzarsi nel tempo, grazie ad un programma di attività motoria mirata e globale (cliccate qui se volete conoscere quello che noi proponiamo in studio).
CONCLUSIONI
Concludiamo l’articolo con una breve ma importante aggiunta a quanto scritto finora riguardo l’osteopenia.
Ripetendoci, questa condizione non può essere considerata una causa diretta di dolore alla schiena.
Ciò che è importante ricordare però è il fatto che l’osteopenia, essendo un impoverimento di calcio a livello delle ossa, sia sostanzialmente la fase iniziale di una condizione decisamente più grave, l’osteoporosi.
Per questo motivo, è bene non sottovalutarla, in quanto è risaputo che in una condizione di osteoporosi possono verificarsi degli scivolamenti vertebrali o dei veri e propri crolli vertebrali, i quali possono essere totalmente spontanei o causati solo da lievissimi traumi.
Ed è proprio in questi casi che il mal di schiena può insorgere, sia per il trauma in sé, sia per l’assunzione di posture scorrette durante le attività di vita quotidiana che portano al sopra citato sovraccarico del sistema muscolo-scheletrico.