Tunnel carpale sintomi spalla – Quali sono le correlazioni tra queste due aree? Ma sopratutto quali sono le soluzioni più efficaci?
Se siete curiosi di conoscere la risposta a questa domanda è perché probabilmente, con più o meno frequenza, avete voi stessi sperimentato una continuità o ancor meglio un legame tra i fastidiosi sintomi del tunnel carpale e la spalla. Dei sintomi che non solo si presentano contemporaneamente, ma che in alcuni casi, dalla mano si propagano fino alla spalla (come dolore, fastidio, sensazione di rigidità, ecc..) che vi limitano nella vostra quotidianità ed incidono quindi negativamente sulla vostra qualità di vita.
Alcuni di voi lettori, probabilmente si rispecchiano nella descrizione precedente, e sicuramente in molti avete fatto anche deciso di approfondire con uno specialista la sintomatologia presente sulla spalla, siete stati quindi sottoposti a test funzionali ed esami strumentali (come risonanza magnetica, radiografia, ecografia ecc..) e da tutto ciò è emerso che la vostra spalla sta bene, localmente non sembrano esserci problemi o comunque non tali da spiegare il vostro disturbo.
A questo punto è più che lecito che possa venirvi in mente che forse quel tunnel carpale di cui soffrite o che vi è stato diagnosticato in passato e ad oggi si è totalmente o parzialmente risolto, grazie all’intervento chirurgico e/o alla fisioterapia, potrebbe essere collegato ai sintomi alla spalla che vi limitano adesso, potrebbe esserne il principale responsabile. Con questo articolo “Tunnel carpale sintomi spalla”, vogliamo spiegarvi perché, in effetti, potreste proprio avere ragione. Infatti, recenti studi evidenziano come a sindrome del tunnel carpale possa determinare la comparsa di sintomi alla spalla e persino al collo.
Prima di approfondire l’argomento facciamo un passo indietro, in modo da chiarire esattamente a cosa ci si riferisce quando si parla di sindrome del tunnel carpale.
La sindrome del tunnel carpale è l’insieme di sintomi che risultano dalla compressione del nervo mediano nel suo passaggio a livello del polso. In particolare, il nervo mediano decorre, insieme ai nove tendini dei muscoli flessori della mano e delle dita, all’interno di un tunnel formato dalle ossa del carpo, che ne costituiscono la base, e dal legamento trasverso del carpo, o retinacolo dei flessori, una struttura fibrosa inestensibile, che ne costituisce l’arcata.
Quando lo spazio all’interno di questo canale si riduce, il nervo mediano, che è un nervo misto, sia sensitivo che motorio, viene compresso, si irrita e determina la comparsa di una sintomatologia piuttosto tipica: dolore, formicolio, intorpidimento al polso, alla mano e alle dita, in particolare pollice, indice e medio (sintomi che in genere peggiorano durante la notte e con l’esposizione all’acqua fredda). La sindrome del tunnel carpale è quindi una neuropatia, la più diffusa in assoluto, e colpisce prevalentemente il sesso femminile (rapporto di 3:1) in età medio-avanzata (tra i 45 e i 65 anni).
Fatta questa premessa, ragioniamo ora sulla natura del problema e su come possa essere collegato a problematiche di spalla.
La compressione del nervo può verificarsi, intuitivamente, in due situazioni, che possono anche essere concomitanti:
- Il tunnel carpale è troppo stretto di per sé (predisposizione anatomica) o si restringe inseguito a traumi e infortuni che ne modificano l’anatomia;
- La guaina sinoviale che avvolge i tendini dei flessori che transitano nel tunnel insieme al nervo mediano si presenta ispessita, condizione clinica che sembra essere favorita da diabete, insufficienza renale, ipotiroidismo, artrite reumatoide, obesità e gravidanza (a causa della ritenzione idrica che ne deriva e genera gonfiore).
In entrambi le situazioni, 1) e 2), quando il disturbo è rilevante al punto da non poter essere affrontato solo con trattamenti conservativi (utilizzo di tutori, terapia manuale, esercizio riabilitativo mirato, terapie fisiche come laser, tecar e ultrasuoni, terapia farmacologica ecc..) viene consigliato l’intervento chirurgico in cui si va a tagliare il legamento trasverso del carpo per aumentare il diametro del tunnel e dare più respiro alle strutture.
Tutto molto lineare, giusto? Il nervo soffre per compressione all’interno del canale, aumentando le dimensioni del canale dovrebbe scomparire l’irritazione e quindi la sintomatologia ad essa correlata. Eppure, molti pazienti sottoposti ad intervento continuano a presentare, in forma lieve o moderata, dei disturbi. In alcuni casi si verifica un iniziale beneficio che tuttavia si perde nel corso del tempo, andando incontro alla tanto temuta recidiva. Com’è possibile, dal momento che il tunnel è stato allargato in modo definitivo? Come può il nervo mediano irritarsi nuovamente?
Il nervo mediano è una delle cinque branche terminali del plesso brachiale e origina a livello dell’ascella; prima di arrivare al polso, ovviamente percorre tutto l’arto superiore, braccio e avambraccio. Si può quindi affermare con certezza che la sua compressione si verifichi solo ed esclusivamente a livello del polso? Non potrebbe subire una o più compressioni anche in altri punti lungo il suo decorso, magari in seguito a tensioni fasciali che lo vanno ad imbrigliare e lo irritano? Sembra proprio di sì. Infatti, in molti pazienti che soffrono di tunnel carpale si riescono ad ottenere risultati sui sintomi con trattamenti mirati alla spalla, al braccio e all’avambraccio, senza nemmeno intervenire direttamente sul polso.
Facciamo un altro passo nel ragionamento, si può escludere che l’irritazione del nervo mediano determini dolore e fastidio alla spalla, considerato il fatto che il nervo origina proprio in corrispondenza di quel distretto, a livello ascellare? Probabilmente no, non lo possiamo escludere, così come non possiamo escludere che una rigidità di spalla e tensioni miofasciali legate a tutto il cingolo scapolo-omerale possano nel tempo portare a sofferenza del nervo con comparsa di sintomi al polso ed alla mano.
Tutto ciò è documentato a livello clinico; in molti casi un dolore alla spalla è stato risolto andando ad agire sulla neuropatia compressiva e quindi sulla problematica del tunnel carpale; altre volte sintomi alla mano e al polso sono regrediti trattando soltanto la spalla.
Tutto questo evidenzia la correlazione.
Si trovano molti esempi consultando la letteratura scientifica:
- Kendall già nel 1960 scrisse che “spesso un dolore alla spalla portava alla diagnosi errata di “sindrome costo-clavicolare” quando il problema in realtà era di natura neuropatica, legato al tunnel carpale”.
- Torebjork ha scoperto che la stimolazione del nervo mediano al polso in soggetti sani può causare dolore prossimale al braccio, all’ascella, alla spalla e al torace.
- Kummel ha riscontrato un miglioramento significativo dei sintomi legati alla spalla in undici pazienti in seguito al trattamento del tunnel carpale.
- Maki ha riferito che il dolore alla spalla si è risolto nel 20% dei pazienti trattati per il tunnel carpale.
- Alcuni studi hanno dimostrato che il sollevamento della spalla determina una tensione del nervo mediano e dell’ulnare, che, se irritati, possono generare sintomi.
In letteratura si trovano moltissimi studi che evidenziano questa connessione tra sofferenza del nervo mediano e sintomatologia legata alla spalla; è stato persino introdotto il termine di “dolore neuropatico retrogrado” per spiegare il fenomeno.
Tiriamo le somme..
Quando parliamo di sindrome del tunnel carpale dobbiamo tenere presente che, se è vero che in alcuni casi l’intervento chirurgico risulti inevitabile, è altrettanto vero che da solo sia molto spesso insufficiente per una risoluzione completa e duratura nel tempo dei disturbi e debba accompagnato a trattamenti fasciali mirati. È importante sottoporsi a trattamenti fisioterapici sia in fase pre-intervento che in fase postoperatoria, dal momento che il recupero molto spesso può essere lungo e laborioso. Molti studi evidenziano come soltanto unendo chirurgia e fisioterapia si raggiungano risultati veramente sostanziali. Presi singolarmente,
entrambi gli approcci possono risultare incompleti. Quel che è certo è che l’intervento chirurgico vada sempre considerato come l’ultima delle possibilità per star bene, se e solo se il trattamento conservativo fallisce, non determinando un consistente miglioramento. Infatti, nonostante si tratti di un intervento semplice, eseguibile a livello ambulatoriale (anche in artroscopia), come ogni intervento può presentare complicanze ed “effetti collaterali”. Infatti, le linee guida cliniche raccomandano la fisioterapia come primo approccio al disturbo e molti studi ne evidenziano l’efficacia (in termini di regressione dei sintomi e di ripristino della conduzione nervosa del mediano evidenziata da esami strumentali).
Hai dei dolori alla spalla di difficile inquadramento? Soffri di sindrome del tunnel carpale? Presenti alcuni dei sintomi tipici? Sei stato sottoposto ad intervento, ma a distanza di tempo i disturbi sono in parte ricomparsi? Un approccio fasciale mirato in cui il problema
viene trattato nella sua complessità a 360 gradi può essere ciò di cui hai bisogno per stare finalmente bene.